In quella mattinaPasseggiando spensieratoNelle vie,di un cervello usuratoIl mio sguardo cade,persoIn quell'occhio,come specchioCosi intenso, come pioggiaLieve,che se la guardo penso.E così nell'animo affine E nel cuore, che pensava sveltoQuell'essere di sublimi spineAffascinava,da rifiutare a stentoCosi il cuore,ricco di sentimentoImprigionato, urlò forteMa si sa,non s'arrende la ragione, all'empatiaE continua,dei vizi,la via.Ma d'un tratto, nella testaSale e squarcia,e strage fuDi quel che parveTutto,in lei,scomparveE il cuore,spavaldo gioisceMai e forse mai piùE fors'anche illusoMa quant'è dolce,foss'anche ignoranza. Non mentire,mia mente infameQuando vedesti gioire nella disperazione?Quando vedesti occhio sorridere nel cuore infranto? Mi ripeto e chiedo, quando? Eppure quel fiore, Cresciuto fu,tra sofferenza e dolore.E così sobbalza e spronaE l'io stavolta, non stonaL'idea di fondo Che dall'acqua buona,fu innaffiatoCustodito,da un animo innamorato. E cosi di grido,d'impatto e d'istintoSenza programma,scompongo questo anagrammaE cosi per caso,mi pare e mi appareMe,che la mattina aveo visto a quello specchio, In Lei,che era sconosciuta nel mio mondoE cosi fiducia, apparentemente insensataSenza semi fu piantataIn quello sguardo,ingannevoleChe ti parla finto allegro Mentre piange di vita spregevoleDi getto senza progettoDirei,continua a vivereAnima che me stesso,ama rivivereFanciulla soave brilla,Spicca il volo, danza allegra o anche strillaContinua, come moto perpetuo nelle vieChe di pura gioia,di pura bellezza innondiPortando a questi e quell'altri mondiL'allegria santa,delle tue menti. Zemzemi M.Khalil
Nel passato d'altri tempi
In quella mattinaPasseggiando spensieratoNelle vie,di un cervello usuratoIl mio sguardo cade,persoIn quell'occhio,come specchioCosi intenso, come pioggiaLieve,che se la guardo penso.E così nell'animo affine E nel cuore, che pensava sveltoQuell'essere di sublimi spineAffascinava,da rifiutare a stentoCosi il cuore,ricco di sentimentoImprigionato, urlò forteMa si sa,non s'arrende la ragione, all'empatiaE continua,dei vizi,la via.Ma d'un tratto, nella testaSale e squarcia,e strage fuDi quel che parveTutto,in lei,scomparveE il cuore,spavaldo gioisceMai e forse mai piùE fors'anche illusoMa quant'è dolce,foss'anche ignoranza. Non mentire,mia mente infameQuando vedesti gioire nella disperazione?Quando vedesti occhio sorridere nel cuore infranto? Mi ripeto e chiedo, quando? Eppure quel fiore, Cresciuto fu,tra sofferenza e dolore.E così sobbalza e spronaE l'io stavolta, non stonaL'idea di fondo Che dall'acqua buona,fu innaffiatoCustodito,da un animo innamorato. E cosi di grido,d'impatto e d'istintoSenza programma,scompongo questo anagrammaE cosi per caso,mi pare e mi appareMe,che la mattina aveo visto a quello specchio, In Lei,che era sconosciuta nel mio mondoE cosi fiducia, apparentemente insensataSenza semi fu piantataIn quello sguardo,ingannevoleChe ti parla finto allegro Mentre piange di vita spregevoleDi getto senza progettoDirei,continua a vivereAnima che me stesso,ama rivivereFanciulla soave brilla,Spicca il volo, danza allegra o anche strillaContinua, come moto perpetuo nelle vieChe di pura gioia,di pura bellezza innondiPortando a questi e quell'altri mondiL'allegria santa,delle tue menti. Zemzemi M.Khalil