La Mente e l'Anima

ALCOL


Camminavo, passo lento, per una volta. Guardavo in basso, come sempre - i sampietrini parevano seguirmi tutti uguali lungo quella via, non avevo notato mai  quanto fossero insistenti e svelti e cani da fiuto alla mia ricerca-. Il vento mi entrava e usciva dalla camicia come a perforarmi il corpo. Intorno il sole le nuvole il.cielo sempre li e un uccellino piccolo e grigio e giallo che si affacciava  dal nido esagerando e cadendo per riprendersi poi  in un volo lieve come fosse una farfalla - a me parve, inizialmente, una farfalla, così colorato e così lieve così fine-. Andavo da Red  e non pensavo, non pensavo ne al suo calore ne alla sua frescura nel pomeriggio  ne a quanto lei mi facesse male. Andavo da lei per non andare da me, probabilmente per non pensare. Mi distraeva lei. Intorno i mattoncini dei muri erano sangue vivissimi, mi guardavano e sembravano piangermi o forse ridevano di me,  mi perculavano, perculavano quel mio viaggio quella mia meta. C'erano le rondini poi, pipistrelli allegri che non mi volevano a tal punto da starmi lontani, oltre la mia vista volavano, probabilmente sapevano che la mia vista è menomata  che sono presbite miope astigmatico - mai capito come sia possibile essere ragno gatto topo insieme o forse non c'entra forse si può essere tutte queste cose insieme, si, sicuramente si, lo si può  essere-. Le cose così intorno a me mi perculavano tutte in pratica. Un gatto vecchio mi sorrise, l'unico, era pece e fuoco era melma, mi sorrise per qualche secondo e mi guardava e mi diceva non so cosa, perché non lo ascoltavo, andavo  da Red io, e non ascoltavo nulla che la sua voce e mi faceva male il cuore, ogni parola uno spillo signore, ogni parola  un graffio un dolore un tintinnio una forchetta e un coltello  e un tavolo per due, io e Red. Lei senza sedia io seduto sul letto del mare e lei  a bassa voce che mi voleva amare ed io silenzioso che mi facevo baciare come nuvola come vento Come sole                                                Zemzemi K.