Merube

diafiṡàrio 6


 Nutriamoci di queste crepuscolari e sghembe disarmonie per redimere nervi e poi irrequietezza pupillare, percepire la primavera che sale dalle cosce a sfilare ombre e contraccolpi più umidi per adattarsi ad insoluti dialoghi. Siamo fatti di exsistentia e graffi dove il cruor-ōris porta un peso erculeo il tempo, e mi vibri in lungo e in largo nel rinvermigliare, da stille di umore mi dispieghi i sensi per farmi ilare. Gutturale il tuo nome si vuole occulĕre, sette passi alla volta avanza, latra impassibile quando la mia bocca tace, sfilando lento la mia benevola disposizione d'animo dal mare e dandomi fuoco, quando ti deambulo nelle parole.