Ombre di Luce

io, il mio aguzzino


Carissima,se entrassi e ti sedessi davanti a me - tra di noi questo tavolo - allungherei la mano per la tua, e apparirei - luci al neon e i nostri fantasmi come sorveglianti - un carcerato, seduto innanzi, ma separato, al suo affetto.Chi mi ha condannato? Non uno, ma molti giudici. Il costume comune, la responsabilità e l'incapacità di essere eroe di me stesso, affrontare la prova contro costume e responsabilità e farsi carico della colpa.Così ora sono nel mio proprio carcere - e quanto tu nel tuo? - attendo le visite come ogni carcerato, guardo allo specchio il mio aguzzino, che non invecchia come non invecchiano le colpe in fondo ingiudicate, e mi aspetto che in quella mano - tra di noi questo tavolo - mi (rag)giunga la chiave per evadere da ciò che esiste solo dentro di me. Tuo,AM