Ombre di Luce

la tempesta


marzo 1918... era una tempesta, d'acqua e di vento, e non mi aspettavo il peggio: incrociare la mia maledizione. Il destino gioca, inaspettato, con noi. Nei passi infranti in pozze d'acqua, un passo e ho ritrovato, incrociato i suoi occhi. E sono riprecipitato, inabissato. Straordinario come la mente riesce a creare stanze e mondi tutti suoi. Si dice - un maledire o un benedire? - che non si percepisce nulla dell'intorno se si è con Anima. Quel passo ed ero con te e non c'era più tempesta. Silenzio, eppure tutto intorno il mondo che diluvia. Ma in ogni inizio c'è la fine: così, al termine del silenzio, ritornando, solo, al mondo che umido s'agitava, mi ritrovai morto, poiché si muore tutti i giorni quando, al termine del giorno, non abbiamo qualcosa di reale da portarci a casa...