Ombre di Luce

ricordi /2


  Provo un po’ di pena per te, Mitamit. Anzi questo sentimento, a ben guardare, diventa doppio.  La prima pena è perché hai riconosciuto, finalmente dopo tanto tempo, che voltarsi verso i propri ricordi, per quanto affascinanti per una percepita pienezza, che forse tale non è — perché la pienezza si confonde spesso con la parossistica superficialità — ti ha fatto smarrire la strada.  Ma la seconda pena è più grave, ed è giusto che ti avverta. Se rimuginare il tempo perduto è un non voler vivere, lo è anche proiettarsi verso un futuro altrettanto lontano, che si immagina salvifico. E guardare troppo a lungo l’orizzonte, sia quello lasciato alle spalle sia quello indistinguibile davanti, è dimenticarsi di quello che è presente, in ogni istante, ad un passo da sé. È dimenticare il momento che è gettando la mente nel momento che non è.  Perciò la mia pena è doppia. Riconduci il tuo «essere» agli istanti che hai attorno, né troppo indietro né troppo avanti, ed invita te stesso a coincidere, punto dopo punto, con la traiettoria della vita che è.Archetypon