Ombre di Luce

Post N° 291


Carissima,  chiedi ancora, con discrezione e delicatamente, di lenire le tue ferite, di trovare, con l’unguento delle parole, il modo di ricoprire e proteggere quelli slabbri che sono sul tuo cuore. E sulla tua anima.  Ma le forme che ti offro, e che tu riempi anche con silenzi e cenni (perché capisco che non è possibile accorciare il tempo dell’amicizia), quelle forme, dicevo, non sono naturale saggezza, ma sono solo dettate dall’esperienza e dall’incoscienza di essersi gettato oltre il cornicione del fragile grattacielo che era la mia coscienza.  La mia mano rimane tesa. E rimane anche se ti ho detto questo: che poiché la tua bellezza è oggettiva, temo — ed anche questa è esperienza — che le confidenze conducano a tensione le mie stesse faglie. Perché, per quanto si possano conoscere le debolezze che ci appartengono, nulla vieta che si ricada nei medesimi errori: il perseverare, sai, è la più tenace delle qualità umane.AM