Ombre di Luce

ci rinuncio


Errata coniugazione del verbo: in verità, ho rinunciato da tempo a voler essere ironico, a sperimentare la risoluzione del mio pensare e dire con l’ultimo approdo che è l’umorismo. Non che non sia capace di ridere e, ancor meglio, di sorridere — poiché il sorriso è la giusta elaborazione di una risata: come affermava il filosofo del martello l’animale più infelice e malinconico è, quale meschinità, il più allegro. Di diritto, reclamo per me questa animalità. È che non riesco a costruire l’ironia: edificare la battuta che, compensazione al limite opposto, faccia ridere nonostante tutto. Ed allora: se, come insegnano i fisiologi, gli stessi muscoli che ci fanno piangere ci fanno anche ridere, quale difetto, tara o insufficienza ha il meccanismo biologico del mio cervello? Quale benefica miscela ormonale mi impedisce di produrmi in battute scherzose e spiritose? Basterà una pillolina per correggere tutto questo? Nell’attesa di una magnifica medicina che un giorno mi renderà spiritoso, umoristico, diverte, brillante (buffo!) mi consolo con le parole di Goethe per il quale dietro una battuta scherzosa, è nascosto sempre un problema.[PS: avrei potuto chiudere con una "battuta"; ma, niente da fare! Ci rinuncio.]