Ombre di Luce

giorno vista notte


Notte tremenda. Ma ho il dubbio che il fiume onirico che l’ha accompagnata fosse motore della dolorosa spossatezza. Poiché ci sarebbero racconti per una decina di sedute psicanalitiche. È dell’ultimo che scrivo: «s’apra la cena dei "complessi"». Così dichiaro, io-sognatore, ai presenti: una dozzina di personaggi in cerca del loro complesso; che poi sono i loro difetti. Ma i personaggi hanno trovato l’autore, anzi impersonano l’autore stesso che li invita uno ad uno alla confessione (trascuratezza, avarizia... ma i sogni sono privati, quindi l’elenco termina qui.) Ed a parlare, per ultima, è una donna – figura d’Anima. Diafana, capelli rossi, occhi chiari, colma di tristezza: «il dolore – dice — alle volte riempie tutto; altre va via e lascia il puro vuoto — ma non vuole che tu pianga; e riprende —  ricorda: solo vivendo interamente potrai...» ma sono già sull’uscio del giorno, e ne esco...[…ma non sarebbe un giusto racconto se non lo completassi (perché la vita è più ricca di ogni racconto). Inizio il giorno – ed il giorno inizia me: al cellulare appare un messaggio di un’amica: «...amico mio, di donne non ne capisci una cippa lippa!» Che dire: inconfutabile. E il giorno inizia con un amaro sorriso. Amaro, sì, ma è pur sempre un sorriso.]