Ombre di Luce

ai confini


Carissima amica mia,dopo aver letto la tua lettera ho capito che tra me e te c’è una importantissima differenza — per quanto il superlativo non la renda pienamente. È che mentre le mie «sofferenze» sono di una vita che vuole essere esistenza piena e completa, le tue sono le sofferenze nell’espressione massima di ogni uomo ed ogni donna: una esistenza che è chiamata a confrontarsi con la morte: la propria morte. Ora, per quanto tenti la comprensione di ciò che è stato (ed è) per te, e per quanto la sofferenza umana, pur da origini diverse, avvicini le persone che ne hanno ricevuti i «benefici», posso solo annotare che tu sei giunta all’essenza tragica della vita, sei arrivata ai confini di ogni vita e che ne hai riportato un dono che io, invece, non possiedo. Perciò posso solo imparare da te. Ma c’è di più: per quanto hai potuto, hai resistito alla morte, ne hai appreso il senso e preteso una vita più piena. E nel tuo perenne sorridere c'è la traccia di tutto questo. Il resto è silenzio. Tuo fedelissimo,AM