Ombre di Luce

nucleo caldo


«Se un tempo sono stato il tuo peggiore accusatore, Mitamit, ora (sempre per gli eccessi che mi tratteggiano), è il tempo in cui provo immensa pena per te. Se mi hai riconosciuto, ora ti dovresti riconoscere. Se mi hai trovato all’inferno, ora il tempo che le discese agli inferi finiscano.» «Quando si accese quella Luce, archetypon, ci volle tempo per comprendere che era una nuova luce e migliore di quella che recavo fino ad allora. Non si è mai spenta, anche negli uragani di questa vita. Ma ora è arrivato il tempo di salvaguardarla per quei momenti in cui calano le tenebre.» «Ma non sono più “nemico”: le tenebre dell’esclusione, della distruttività, della trasgressione non sono più quella sopraffazione intima che t’agivano.» «Non è vero... (poiché le Ombre mentono a se stesse): è che i colpi alla coscienza non sono più come prima. Per questo non devo dimenticare la mia nekyia e, alle volte, riprendere parte di quel cammino.» «Perché, a quale scopo?» «Smarrire quella Luce — o anche solo l’idea(le) di quella Luce — è perdere il nucleo caldo che m’ha riportato in vita.»