Ombre di Luce

(al)la corda


La vita interiore è una processione a spirale: mezzo giro e sei fermo, un giro e ti sei alzato di un quid.Ma è inutile — anzi dannoso — forzare con la ragione questa spirale: è presunzione quella che afferrato un capo di se stessi poi si possa arrivare ovunque facilmente, rapidamente. Così, un mezzo giro di spirale è una voce onirica che, in un paesaggio marino dal fondo oscuro, avverte tre sommozzatori che non devono, non possono, andare oltre una misura di profondità:  chi, sfidando il consiglio, scende nell’abisso, ne risale cadavere (il risveglio sarà un’ovvia angoscia, poiché sovvengono le parole di quel tale che affermava — facendone esperienza — che guardando troppo a lungo nell’abisso prima o poi si finisce per essere inghiottiti dai mostri che scorazzano nell’oscura profondità).Ma la voce aggiunge un consiglio: segui la corda: la geometria della sofferenza è la corda di un cerchio, linea obliqua che incrocia due punti dell’essere? Un altro giro di spirale per (com)prendere la corda.