Ombre di Luce

un'altra pagina


Giro un’altra pagina del libro: sono oltre la metà. È a questo punto — scagli la prima pietra chi non l’ha fatto — che si cominciano a far scorrere tra le dita le pagine che mancano alla fine: gesto di impazienza e di timore per le pagine finali — perché c’è sempre un finale — che non riusciamo ad immaginare.Se nella pagina successiva iniziasse un nuovo capitolo penso che, se fossi l’autore, userei come epigrafe l’assunto di quel tale che si pensava oltre l’amore ma che si sognava nell’amore: ironia amara di ogni inquieto oscillare tra realtà e fantasia, ancorché la fantasia è una forma di realtà e la realtà lo specchio della fantasia.Di correggerlo poi questo libro non se parla: come ogni demiurgo stampatore sa, non c’è libro senza errore. Quanto al contenuto poco importa: anche il peggiore dei libri insegna qualcosa.