Ombre di Luce

lascio...


Stavo progettando il mio testamento, mi apprestavo ad elencare le entità fisiche e metafisiche che posso affermare di mia appartenenza, quando mi è sembrato che la natura delle cose si capovolgesse — l’analisi rigorosa condotta su questa personalissima follia tranquillizza e afferma che il fenomeno è la normale oscillazione enantiodromica generata da questo luogo eterotopo che qui ho edificato.Ciò che era materiale mi è apparso fantasmatico: libri, medaglie, foto, chitarra, da solidi destrutturati in forme vaghe e prive di un riconoscibile limite scontornante. Decisa e netta invece l’immaterialità: parole, ricordi, emozioni — passioni, dolori, rancori — tramutati in oggetti sostanziali, reali/stici, solidi/ficati.Confesso che se ora mi volto ad osservare, il quadro è ancora tutto lì, che oscilla in un continuo di trasformazioni; però sono tranquillo poiché, nell’uno come nell’altro caso, tutto, materia sfumata e vapori materializzati, proietta una propria e sincera pallida ombra.Così — è l’unica certezza — potrò scrivere: «Lascio tutte le mie Ombre…»