Ombre di Luce

a tutti i prigionieri


Non mi è sconosciuto il vuoto del cuore. Non mi è sconosciuta l’oppressione della lama affilata. Non mi è sconosciuto il desiderio di oblio diurno che tramuta la notte in veglia. Non mi è sconosciuto il mollare tutto. Non mi è sconosciuto il digiuno del corpo mentre la mente s’ingozza di sofferenza. Non mi è sconosciuto che ogni parola solleva per pochi istanti e dopo rigetta nel fondo del pozzo più fondo. Non mi è sconosciuta la ragione che tenta di risollevarsi da sola afferrando i suoi stessi capelli. Non mi è sconosciuta l’arte della disperazione che costruisce illusioni e speranze caduche come foglie d’autunno. Eppure non per un attimo violenterei queste conoscenze, o le rinnegherei in cambio di una qualche incoscienza, o le muterei in cellule primordiali in un utero materno, poiché sono simile al mio stesso dolore e negandole mi negherei.