Ombre di Luce

chi ritorna su i suoi passi?


Costruisco una roccaforte, un baluardo contro l’oggettivismo dominante. Poiché non esistiamo più come soggetti, ma come oggetti tra gli oggetti, mezzi tra i mezzi. [Quindi non meravigliatevi delle cosiddette “morti bianche”: sono i sintomi —  con orrore uso la dizione corrente — della odierna malattia dominante.]Così i bisogni, i desideri, non sono nostri ma sono feticismi. Le malattie sono normalizzanti. Solo la verità del pazzo riesce ancora a sopravvivere alla malattia del buon senso che una umanità da buon senso impone.Io difendo la mia pazzia: non tanto la mia pelle cicatrizzata, o l’anima stanca e, proprio perché sempre più stanca, sempre più vitale. Sono il pazzo che ogni giorno, ogni giorno santificato all’oggettività, tenta di non ritornare su i suoi passi: sono come un astronauta che, dopo aver passeggiato sulla Luna, in ogni  passo sulla Terra maltrattata e oppressa, tenta di non perdere la leggera pesantezza dell’essere stato.[grazie a DolceAO per avermi indicato che la strada che percorro è quella giusta per me.]