Ombre di Luce

voglio che tu sia


Carissima,hai raccolto i pezzi della mia dignità che ho martellato con violenza mortale e riposti nel cavo delle tue mani, porgendomeli poi con una devozione a me incomprensibile, sapendo - conosci il linguaggio della nostra specie dannata - che non era (il mio) l'ultimo linciaggio.Qualcuno scrisse, milleseicento anni fa, una rara frase, rara perché inesplorabile per chiunque non abbia prima viaggiato lungo i sentieri dell'inferno: Amo, volo ut sis.Ecco: tu, amica di questa nostra amicizia, hai piantato un segnale con queste parole lungo il mio sentiero, e mi hai fatto sorgere il sospetto che questi anni di esplorazione sono stati buoni solo per riconoscere i segnalatori d'amore e che non una delle parole che ho scritto è stata utile per salvarmi da me stesso.Ora mi riprendo la labile dignità, pronta al prossimo flagello, ma solo perché, insieme ad essa, hai mescolato una delle umane declinazioni di quella rara frase: am(ic)o, voglio che tu sia. Tuo inconfessabileAM