Oporto, 21 aprile 1710
... dopo tre giorni di navigazione, la bonaccia raggiunse la nave in pieno oceano. Un deserto liquido che alterò i sensi di tutti, passeggeri ed equipaggio. Dopo due giorni, storditi dall'assenza di vento, cercavamo di decifrare i segni del blu sotto e sopra di noi; come si dice: quando c'è bonaccia tutti sono nocchieri. Solo un uomo, scuro, mai ridente, taciturno osservava. Il sesto giorno però sorrise; ricordo di aver pensato con alterigia a quel velato sarcasmo. Non immaginavo che sarebbe stata tempesta: furiosa, piena di tutti i venti che erano stati lontani da noi in quei giorni. Scoprii allora chi era quell'uomo oscuro: il timoniere. Infatti era al governo della nave, al fianco del capitano; nel suo sguardo, intenso, si perdevano i fulmini della tempesta. Egli la conduceva con lievi manovre tra quelle ondate che a noi passeggeri sembravano tutte insuperabili. Così in questo viaggio ho compreso che ci sono uomini che appaiono comuni ma che possiedono se stessi; il timoniere era due personalità: passeggero sì, ma l’altra solo sua: era il timoniere. Vorrei essere quel timoniere: egli appartiene alle persone con cui vive, sia a lui stesso nell’avversa sorte...