Ombre di Luce
Davanti a me fluttua un'immagine, uomo o ombra, più ombra che uomo, più immagine che ombra. (W.B. Yeats)
Rispose la donna: «Ma no, ci siamo persi solo dentro.» Affermò l'uomo, dimenticandosi del vecchio: «Perderci ci attira.» Disse la donna, parte dell'anima del vecchio: «Io mi perdo poi mi ritrovo, mi perdo e mi ritrovo ancora.» Affermò il vecchio, ricordandosi uomo: «Alle volte devi farlo in compagnia per evitare le tempeste più pericolose.» Rispose l'anima, ricordandosi donna: «Sì, è così. Siamo in pericolo sempre.» Affermò l'uomo, più che mai in pericolo: «No, stavolta è un po' diverso: credo di andare incontro da solo alla tempesta, lucidamente, scegliendo di attraversare se stessi, perdersi e mai volersi ritrovare.»
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C'è chi ha detto che i sogni sono (anche) malattie che non si realizzano, e se è vero (anche) il contrario, allora tu sei il mio sogno e (anche) la mia malattia. AM |
Se ami riconosci la gioia in un sorriso diverso, la rivolta in un acciglio degli occhi, il patire nelle labbra rivolte, il piacere nello specchio del tuo piacere. Senza alcun dubbio, senza velature riconosci la verità profonda. Se ami riconosci, anche quando non è più verità profonda.
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...non ho ancora trovato quel che sto cercando. Lo scrivo poiché ogni giorno lo scrivere mi cambia ma non cambia la mia ricerca. Proteiforme ricerca di una sola montagna, un solo oceano, un solo abisso, unico Sole e unica Luna. E per (de)scrivere ho usato la lingua degli angeli tenendo per mano il diavolo. Chi ero prima di essere solo senza te? Chi sono dopo essere solo di te? Né il prima né il dopo hanno risposte senza di te. Così non ho ancora (ri)trovato quel che sto (ri)cercando... |
Fallo ancora. Sconforto: nessun pensiero s'illumina nella luce del cuore. Giù, più giù. Fallo ancora: Prostrazione: soli siamo fango, siamo fango, ricordandoci che in coppia siamo tango. E di questa scala verso il basso, che porta alle vie insicure, difficili dell'anima, dove ogni cosa è in opposto, potrai dire che trovi la vita e che sei vivo. Quindi, fallo ancora.
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ricordo tutto - vivido - il momento. I pochi secondi - violenti - del sentimento. Sono morto e risorto - l'assurdo - in quei momenti. Eppure non so né ho mai chiesto - la scoperta è personale - i tuoi ricordi, il tuo momento. Il tuo assurdo. Non ho chiesto quando: se è stato un istante dopo oppure tutto il tempo prima che avevi già veduto. Non ho chiesto come: se è stato un terremoto o una brezza venuta da lontano. E se è rimasto qualcosa in fondo al cuore, allora, ti chiedo ciò che ancora non ho chiesto, quando e come la tua delizia e il tuo tormento. Tuo dimentico, AM |
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... entro dalla porta e seguo i tuo occhi, i tuoi occhi mi seguono, i tuoi occhi mi sconvolgono, mi portano a fondo, nel fondo di me, l'oceano più profondo, e mi dico che sarei un pazzo a non seguirti, eppure sono pazzo a seguirti. Ho toccato il fondo, ma mi appare un fondo meno profondo poiché forse l'ho già toccato: sospetto un déjà vu. Così dal fondo profondo scapperei, e scapperò, poiché lì intravedo una porta, sospinto dalla mia fuga, entro dalla porta... |
ricordi cosa scrissi nella lettera che, un giorno di fine luglio di nove anni fa, ti inviai? No, non credo ricordi: non sapevi che ero in guerra. In principio entri senza alcuna consapevolezza in un campo minato. La disattenzione che hai verso di te si tramuta in paura per un segnale inequivocabile ... una mina che, senza ragione apparente, esplode e ti rintrona. Ne rimani sconvolto; allora, come un cieco con il suo bastone bianco, vai tastando il suolo su cui ti appiattisci in cerca dell'uscita. Inutile. C'è il fuoco delle mitragliatrici delle emozioni; disgraziate ti martellano quasi incessantemente: e ogni pallottola non t'uccide ma t'apre ferite da cui sgorgano l'umore del corpo e parti della tua anima. E poi c'è l'artiglieria dei ricordi; ancora più devastanti ché non sono costanti come le mitragliatrici, ma ogni l'esplosione ti rimane nelle orecchie - bum, bum, bum - anche quando hanno cessato di avvolgerti nell'onda sonora. E t'accorgi che non puoi tornare indietro... Ricordo la mia guerra, e ora mi chiedo se è veramente finita, come si chiederebbe ogni reduce, ferito profondamente, poiché nessuna pace è una pace uguale alla precedente, soprattutto se le cicatrici dolgono ancora. Tuo, |
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W. B. Yeats, Cammini sui miei sogni
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Disse l'uomo: «So perfettamente dove sono e come sono giunto fin qui. Chi ho lasciato e chi ho incontrato. Il passo lungo e poi corto. L'affanno e il silenzio. Le certezze della sconfitta e l'effimero della vittoria.» Il vecchio guardò l'uomo: per quanto questi non gli avesse posto domande, gli risposte: «Quanta consapevolezza! Eppure, nonostante questa saggezza, penso che hai rinunciato al paradiso, che ora stai cincischiando nuovamente alle porte dell'inferno e che finirai per uscirne dal suo buco del culo.»
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l'ho vista, tra confezioni luccicanti colorate eppure si distingueva per quel suo giubbino giallo carioca: il sorriso attraeva, l'infantile meraviglia la distingueva. E mi ha fermato nel vuoto spazio e nel freddo tempo. Ho pensato. Ed è splendida, anche se non lo è. E mi alleggerisce il cuore, anche se me lo ha ferito. E mi fa sorridere, anche se di ridere non mi va più. E ancora, ho pensato. L'ho vista, eri tu. Tuo sconcertato, AM |
... un altro giorno eppure diverso dagli altri. È che di alcuni giorni resta niente, di pochi, pochi istanti. Ciò li rende diversi: momenti che sono risposte ma anche no, enigmi in fondo, e un enigma può motivare una vita. Istanti indelebili, il tempo che lo restano ché poi svaniscono, precipitati in un luogo che si può sempre riscoprire. Per questo tra-scrivo quel momento, nell'angoscia che monta successiva ai momenti felici. Il momento, in un giorno che resta, in cui improvviso ho guardato i tuoi occhi, e sono caduto nel mio sogno, sapendo che era stato il tuo. Un sogno come il sogno di un tempo. E ora non so in che tempo mi trovo, perso nel mio segreto precipitato nel sogno lì dentro i tuoi occhi...
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... mi sorprende. È alle mie spalle. Cammina o corre come me? Chi è quella maglia scura che improvvisa appare e che intravedo per un attimo nello specchio a cui ero andato incontro? Un attimo in cui l'archetipica paura iscritta nella mente si accende. Altrettanto un attimo realizzo che, nel gioco dello specchio, ero io. E si accende l'allegoria di un rincorrere se stessi, di un non riconoscersi, di voler comprendere l'altro se stesso che fa paura come ogni uomo dovrebbe averne prima di accettarlo. Integrarlo. |
Ti sarebbe piaciuta, carissima, tu che una figlia non hai avuto. In metro apro il libro, la matita è sempre con me, leggo, ma sono distratto, non trovo l'anima nel libro, la direzione di viaggio è sbagliata, tant'è che vado avanti e indietro su questo binario. Prendo ancora appunti sulla lezione che non ho imparato, quella sulla semplicità. Mi sarebbe piaciuta, carissima, la figlia che mai avremo. |
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Irta asciutta ascesa. Accuminata vetta, Doloroso apice. Improvvisa, necessaria È il vuoto della piana. Un benessere stanco, Grida vendetta. Sterile l'attesa.
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ULTIMI COMMENTI
CIÒ CHE ORA LEGGO
A MEMORIA
Si può mancare non solo la propria felicità, ma anche la propria colpa decisiva senza la quale un uomo non raggiunge mai la propria totalità.
- C.G. Jung -
Quando uno ha avuto una volta la fortuna di amare intensamente, passa la vita a cercare di nuovo quell'ardore e quella luce.
- A. Camus -
Il serpente aveva appena guardato quella venerabile immagine quando il re prese a parlare e domandò: «Da dove vieni?». «Dai crepacci in cui abita l'oro» rispose il serpente. «Che cosa è più stupendo dell'oro?» domandò il re. «La luce» rispose il serpente. «Che cosa è più vivificante della luce?» domandò il primo. «Il dialogo» rispose il secondo.
- Goethe -
Quando devi scegliere tra due cammini, chiediti quale abbia un cuore. Chi sceglie il cammino del cuore non sbaglia mai.
- Popol Vuh -
Chiunque prende la strada sicura è come se fosse morto.
- C.G. Jung -
Nel coltivare se stessi non esiste la parola "fine". Chi si ritiene completo, in realtà, ha voltato le spalle alla Via.
- Yamamoto Tsunetomo -
La vita, per compiersi, ha bisogno non della perfezione ma della completezza. Di questa fa parte "la spina nella carne", la tolleranza all'imperfezione, senza la quale non c'è né progresso né ascesa.
- C. G. Jung -
Un uomo che dubiti del suo proprio amore può, o meglio deve dubitare di qualsiasi altra cosa meno importante.
- S. Freud -
Io sono, più di ogni altra cosa, quel che non sono riuscito a compiere. La più vera delle vite che indosso, come un fascio di serpenti annodato a un'estremità, è la vita non vissuta. Sono un uomo che ha vissuto immensamente. E che nella stessa misura non ha vissuto.
- V. Vosganian -
Tutto ciò che teniamo dentro di noi senza viverlo cresce contro di noi.
- M.L. von Franz -
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.
- Julio Cortàzar -
Inviato da: cassetta2
il 20/12/2023 alle 15:15
Inviato da: marabertow
il 21/10/2022 alle 23:38
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 24/08/2022 alle 23:47
Inviato da: Un_Knwon
il 18/01/2022 alle 16:12
Inviato da: archetypon
il 24/07/2020 alle 05:46