Creato da archetypon il 03/08/2005

Ombre di Luce

Davanti a me fluttua un'immagine, uomo o ombra, più ombra che uomo, più immagine che ombra. (W.B. Yeats)

 

la tempesta

Post n°1660 pubblicato il 07 Febbraio 2017 da archetypon
 

Shane Pierce, Heavy Soul Darlin’, oil _n conservative board, 8 x 10
Disse l'uomo, quasi vecchio: «Ci siamo perduti.»

Rispose la donna: «Ma no, ci siamo persi solo dentro.»

Affermò l'uomo, dimenticandosi del vecchio: «Perderci ci attira.»

Disse la donna, parte dell'anima del vecchio: «Io mi perdo poi mi ritrovo, mi perdo e mi ritrovo ancora.»

Affermò il vecchio, ricordandosi uomo: «Alle volte devi farlo in compagnia per evitare le tempeste più pericolose.»

Rispose l'anima, ricordandosi donna: «Sì, è così. Siamo in pericolo sempre.»

Affermò l'uomo, più che mai in pericolo: «No, stavolta è un po' diverso: credo di andare incontro da solo alla tempesta, lucidamente, scegliendo di attraversare se stessi, perdersi e mai volersi ritrovare.»

 

 
 
 

dal sogno di te

Post n°1659 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da archetypon
 

dal sogno di te
Carissima,

C'è chi ha detto che i sogni sono (anche) malattie che non si realizzano, e se è vero (anche) il contrario, allora tu sei il mio sogno e (anche) la mia malattia.

Compio un gesto perché ho sognato che mi hai chiesto di compiere un gesto (o ho creduto di sognare mentre lo chiedevi? ma che importa), e quel gesto è ora reale e naturale come lo sono i sogni e i gesti che compiamo in essi.

Adempiere al sogno, nel gesto, è la mia malattia poiché solo così potrei guarire. Potrei, se non fosse che guarisco solo per attendere il prossimo sogno di te. Tuo,

AM

 
 
 

una verità

Post n°1658 pubblicato il 30 Gennaio 2017 da archetypon
 

recognize love
In colui o colei che ami saprai riconoscere le sfumature del Sé.

Se ami riconosci la gioia in un sorriso diverso, la rivolta in un acciglio degli occhi, il patire nelle labbra rivolte, il piacere nello specchio del tuo piacere. Senza alcun dubbio, senza velature riconosci la verità profonda.

Se ami riconosci, anche quando non è più verità profonda.

 

 
 
 

I Still Haven't Found What I'm Looking For

Post n°1657 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da archetypon
 

photography.ankursohoni.com
gennaio 2018

...non ho ancora trovato quel che sto cercando. Lo scrivo poiché ogni giorno lo scrivere mi cambia ma non cambia la mia ricerca. Proteiforme ricerca di una sola montagna, un solo oceano, un solo abisso, unico Sole e unica Luna. E per (de)scrivere ho usato la lingua degli angeli tenendo per mano il diavolo. Chi ero prima di essere solo senza te? Chi sono dopo essere solo di te? Né il prima né il dopo hanno risposte senza di te. Così non ho ancora (ri)trovato quel che sto (ri)cercando...

 
 
 

fallo ancora

Post n°1656 pubblicato il 16 Gennaio 2017 da archetypon
 

marina abramovic - crystal cinema i copy
Fallo ancora. Rabbia: prova la rabbia per essere stato messo all'angolo. Fallo ancora. Amarezza: prova l'amarezza dei tuoi pugni, che non posso nuocere.

Fallo ancora. Sconforto: nessun pensiero s'illumina nella luce del cuore. Giù, più giù. Fallo ancora: Prostrazione: soli siamo fango, siamo fango, ricordandoci che in coppia siamo tango.

E di questa scala verso il basso, che porta alle vie insicure, difficili dell'anima, dove ogni cosa è in opposto, potrai dire che trovi la vita e che sei vivo. Quindi, fallo ancora.

 

 
 
 

non ho chiesto quando né come

Post n°1655 pubblicato il 09 Gennaio 2017 da archetypon
 

Karim Fakhoury - forgotten love
Carissima,

ricordo tutto - vivido - il momento. I pochi secondi - violenti - del sentimento. Sono morto e risorto - l'assurdo - in quei momenti. Eppure non so né ho mai chiesto - la scoperta è personale - i tuoi ricordi, il tuo momento. Il tuo assurdo.

Non ho chiesto quando: se è stato un istante dopo oppure tutto il tempo prima che avevi già veduto. Non ho chiesto come: se è stato un terremoto o una brezza venuta da lontano.

E se è rimasto qualcosa in fondo al cuore, allora, ti chiedo ciò che ancora non ho chiesto, quando e come la tua delizia e il tuo tormento. Tuo dimentico,

AM

 
 
 

dark side of the love

Post n°1654 pubblicato il 03 Gennaio 2017 da archetypon
 

Let The Universe Sing You To Sleep
358) L'innamorato è, per l'altro suo verso, un pessimista. Capace solo di vivere nell'hic et nunc, guarda con nostalgia al passato e con la passione triste della speranza al futuro. Il suo sorriso, per il quale crediamo sia felice, è, effimero tra gli effimeri, l'unico veritiero e meraviglioso migliore epitaffio di ogni cosa umana. Consapevole di ciò, in quanto l'amore per l'altro suo verso è luce pura, l'innamorato ruota intorno al suo sole con alle spalle l'infinita oscurità.

 
 
 

profondo circolare

Post n°1653 pubblicato il 29 Dicembre 2016 da archetypon
 


ieri

... entro dalla porta e seguo i tuo occhi, i tuoi occhi mi seguono, i tuoi occhi mi sconvolgono, mi portano a fondo, nel fondo di me, l'oceano più profondo, e mi dico che sarei un pazzo a non seguirti, eppure sono pazzo a seguirti. Ho toccato il fondo, ma mi appare un fondo meno profondo poiché forse l'ho già toccato: sospetto un déjà vu. Così dal fondo profondo scapperei, e scapperò, poiché lì intravedo una porta, sospinto dalla mia fuga, entro dalla porta...

 
 
 

il reduce

Post n°1652 pubblicato il 19 Dicembre 2016 da archetypon
 

Marc Quinn - Self, 2006


Carissima,

ricordi cosa scrissi nella lettera che, un giorno di fine luglio di nove anni fa, ti inviai? No, non credo ricordi: non sapevi che ero in guerra.

In principio entri senza alcuna consapevolezza in un campo minato. La disattenzione che hai verso di te si tramuta in paura per un segnale inequivocabile ... una mina che, senza ragione apparente, esplode e ti rintrona. Ne rimani sconvolto; allora, come un cieco con il suo bastone bianco, vai tastando il suolo su cui ti appiattisci in cerca dell'uscita.

Inutile. C'è il fuoco delle mitragliatrici delle emozioni; disgraziate ti martellano quasi incessantemente: e ogni pallottola non t'uccide ma t'apre ferite da cui sgorgano l'umore del corpo e parti della tua anima. E poi c'è l'artiglieria dei ricordi; ancora più devastanti ché non sono costanti come le mitragliatrici, ma ogni l'esplosione ti rimane nelle orecchie - bum, bum, bum - anche quando hanno cessato di avvolgerti nell'onda sonora. E t'accorgi che non puoi tornare indietro...

Ricordo la mia guerra, e ora mi chiedo se è veramente finita, come si chiederebbe ogni reduce, ferito profondamente, poiché nessuna pace è una pace uguale alla precedente, soprattutto se le cicatrici dolgono ancora. Tuo,

AM

 
 
 

sbaglia e sbaglia ancora

Post n°1651 pubblicato il 12 Dicembre 2016 da archetypon
 

Failed sunset - Marius Șucan
Ho provato. Ho sbagliato. Non importa.
Sbaglio ancora. Sbaglio meglio.

S. Beckett, Worstward Ho



[La consapevolezza di sé, privilegio e maledizione, e percorso a cui, sospetto, non basti una vita, riconosce che ogni gesto si completa solo dopo prove e sbagli. Nulla si conchiude al primo (ac)cenno. Neppure il cenno di Dio, il mito vuole, creò uomo e donna senza errori. E tu, che sei la mia prova e il mio errore migliore, fai tutto ciò che puoi per darmi modo di provare e sbagliare, e ancora sbagliare, e ancora, per avere il tempo di viver(ti) anche se non basterà questa vita.]

 
 
 

i drappi che non ho steso

Post n°1650 pubblicato il 05 Dicembre 2016 da archetypon
 

cammini sui miei sogni
... invece, essendo povero, ho soltanto sogni;
E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

W. B. Yeats, Cammini sui miei sogni


[Notte e giorno, (ti) immagino. Di giorno la farfalla della mente vola di ramo in ramo, e i rami oscillano, e io sono un rametto. Di notte sono la farfalla che sogna di essere uomo, e sognando ci sei, e se ci sei la farfalla smette di sognare. Tutto ciò mi è rimasto ché non ho steso il drappo della mia vita, e nessun colore ho donato. Resto con e nei sogni, e tu, per niente leggera, dentro e fuori di essi.]

 
 
 

ribelli

Post n°1649 pubblicato il 30 Novembre 2016 da archetypon
 

ribelli - rebels
Ti ribelli. E lo fai nel modo che ti concede la tua imprigionata libertà.

Nel permesso di uscita dalla tua condizione esprimi incatenando te stesso ad una più profonda bassura ché un abisso, pensi, si riempie con un altro abisso. Edonismo come sbocco di un dolore, ma l'oceano non è diverso dalla fonte, solo più grande. Vero che per non perdere la poca acqua meglio disperderla nell'oceano che lasciarla evaporare nel deserto, ché alla fonte non torni né torna lei da te.

Nessuna pretesa allora: viva la ribellione che dimentica la scintilla e si alimenta solo della sua delusione.

 
 
 

stretti passaggi

Post n°1648 pubblicato il 24 Novembre 2016 da archetypon
 

hell's gate

 

Disse l'uomo: «So perfettamente dove sono e come sono giunto fin qui. Chi ho lasciato e chi ho incontrato. Il passo lungo e poi corto. L'affanno e il silenzio. Le certezze della sconfitta e l'effimero della vittoria.»

Il vecchio guardò l'uomo: per quanto questi non gli avesse posto domande, gli risposte: «Quanta consapevolezza! Eppure, nonostante questa saggezza, penso che hai rinunciato al paradiso, che ora stai cincischiando nuovamente alle porte dell'inferno e che finirai per uscirne dal suo buco del culo.»

 

 
 
 

anche se

Post n°1647 pubblicato il 18 Novembre 2016 da archetypon
 

ragazza dei colori
Carissima,

l'ho vista, tra confezioni luccicanti colorate eppure si distingueva per quel suo giubbino giallo carioca: il sorriso attraeva, l'infantile meraviglia la distingueva. E mi ha fermato nel vuoto spazio e nel freddo tempo. Ho pensato.

Ed è splendida, anche se non lo è. E mi alleggerisce il cuore, anche se me lo ha ferito. E mi fa sorridere, anche se di ridere non mi va più. E ancora, ho pensato.

Cosa è allora tutto questo, dopo tutto il tempo che abbiamo trascorso e ora facciamo in modo che sia passato?

L'ho vista, eri tu. Tuo sconcertato,

AM

 
 
 

un sogno come il sogno di un tempo

Post n°1646 pubblicato il 10 Novembre 2016 da archetypon
 

Linda Yael Schiller
un ieri

... un altro giorno eppure diverso dagli altri. È che di alcuni giorni resta niente, di pochi, pochi istanti. Ciò li rende diversi: momenti che sono risposte ma anche no, enigmi in fondo, e un enigma può motivare una vita. Istanti indelebili, il tempo che lo restano ché poi svaniscono, precipitati in un luogo che si può sempre riscoprire. Per questo tra-scrivo quel momento, nell'angoscia che monta successiva ai momenti felici. Il momento, in un giorno che resta, in cui improvviso ho guardato i tuoi occhi, e sono caduto nel mio sogno, sapendo che era stato il tuo. Un sogno come il sogno di un tempo. E ora non so in che tempo mi trovo, perso nel mio segreto precipitato nel sogno lì dentro i tuoi occhi...

 

 
 
 

il gioco di uno specchio

Post n°1645 pubblicato il 02 Novembre 2016 da archetypon
 

gioco dello specchio
ottobre 2007

... mi sorprende. È alle mie spalle. Cammina o corre come me? Chi è quella maglia scura che improvvisa appare e che intravedo per un attimo nello specchio a cui ero andato incontro? Un attimo in cui l'archetipica paura iscritta nella mente si accende. Altrettanto un attimo realizzo che, nel gioco dello specchio, ero io. E si accende l'allegoria di un rincorrere se stessi, di un non riconoscersi, di voler comprendere l'altro se stesso che fa paura come ogni uomo dovrebbe averne prima di accettarlo. Integrarlo.
Continua a correre allora, uomo...

 
 
 

non è più semplice

Post n°1644 pubblicato il 20 Ottobre 2016 da archetypon
 

H A R P R E E T – K H A R A
La semplicità: in metro sale una ragazzina, siede, apre lo zaino, prende una matita la poggia sull'orecchio, capelli lunghi e berretto da baseball, tira fuori un libro del ginnasio, e appunta la sua lezione.

Ti sarebbe piaciuta, carissima, tu che una figlia non hai avuto.

In metro apro il libro, la matita è sempre con me, leggo, ma sono distratto, non trovo l'anima nel libro, la direzione di viaggio è sbagliata, tant'è che vado avanti e indietro su questo binario. Prendo ancora appunti sulla lezione che non ho imparato, quella sulla semplicità.

Mi sarebbe piaciuta, carissima, la figlia che mai avremo.

 
 
 

inganni nascosti

Post n°1643 pubblicato il 17 Ottobre 2016 da archetypon
 

inganni nascosti
Inganno distraggo vitupero la profondità. Non mi lascio sorprendere dalle onde di superficie, artefici della menzogna quotidiana. Creo io ondulazioni di parvenza illusioni specchio per s/mentirmi, mare artificiale per evitare ben altri mali.

Dimentico le parole effimeri interludi del silenzio poiché non contate un cazzo per me parole.

Rimane una domanda: partecipare alla superficialità o rimanerne ricoperto, restando a galla? Poiché è noto: se vuoi nascondere qualcosa mettilo in superficie.

 
 
 

orgasmi

Post n°1642 pubblicato il 14 Ottobre 2016 da archetypon
 
Tag: Poesie

estasi
Mia montagna,

Irta asciutta ascesa.

Accuminata vetta,

Doloroso apice.

Improvvisa, necessaria

È il vuoto della piana.

Un benessere stanco,

Grida vendetta.

Sterile l'attesa.

 

 
 
 

tradire l'altra te stessa

Post n°1641 pubblicato il 10 Ottobre 2016 da archetypon
 

l'altra
Carissima,

È un tradimento questo sogno, anche dopo che ho tradito il nostro sogno. Il sogno di tradirti sapendo con chi tradirti.

Sapevo, sapendo che avresti saputo / chi vanta una simile conoscenza? E poi sfumando, come in un film, eri lì a poggiarti su di me perché tutti sapessero. E dentro era bello ma fuori tutto sporco.

Sognavo, ti tradivo (sogno di usare e riusare il verbo), eppure quello sfumare ora mi uccide poiché ti tradivo con un'altra uguale / non identica altrimenti che tradimento è questo sogno? / dove l'altra eri tu, l'altra te stessa. Tuo finito, cosi poco traditore,

AM

 
 
 

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AVVERTENZE

Leggerete in trenta secondi;
poi torneremo al silenzio.

I testi in corsivo sono citazioni.

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CIÒ CHE ORA LEGGO

A MEMORIA

Si può mancare non solo la propria felicità, ma anche la propria colpa decisiva senza la quale un uomo non raggiunge mai la propria totalità.

- C.G. Jung
 -


Quando uno ha avuto una volta la fortuna di amare intensamente, passa la vita a cercare di nuovo quell'ardore e quella luce.

- A. Camus -



Il serpente aveva appena guardato quella venerabile immagine quando il re prese a parlare e domandò: «Da dove vieni?». «Dai crepacci in cui abita l'oro» rispose il serpente. «Che cosa è più stupendo dell'oro?» domandò il re. «La luce» rispose il serpente. «Che cosa è più vivificante della luce?» domandò il primo. «Il dialogo» rispose il secondo.

- Goethe -


Quando devi scegliere tra due cammini, chiediti quale abbia un cuore. Chi sceglie il cammino del cuore non sbaglia mai.
- Popol Vuh -

 

Chiunque prende la strada sicura è come se fosse morto.

- C.G. Jung -

 

Nel coltivare se stessi non esiste la parola "fine". Chi si ritiene completo, in realtà, ha voltato le spalle alla Via.

- Yamamoto Tsunetomo -


La vita, per compiersi, ha bisogno non della perfezione ma della completezza. Di questa fa parte "la spina nella carne", la tolleranza all'imperfezione, senza la quale non c'è né progresso né ascesa.

- C. G. Jung -


Un uomo che dubiti del suo proprio amore può, o meglio deve dubitare di qualsiasi altra cosa meno importante.

- S. Freud -

 

Io sono, più di ogni altra cosa, quel che non sono riuscito a compiere. La più vera delle vite che indosso, come un fascio di serpenti annodato a un'estremità, è la vita non vissuta. Sono un uomo che ha vissuto immensamente. E che nella stessa misura non ha vissuto.

- V. Vosganian -


Tutto ciò che teniamo dentro di noi senza viverlo cresce contro di noi.

- M.L. von Franz -


E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.

- Julio Cortàzar -

 

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