Ombre di Luce
Davanti a me fluttua un'immagine, uomo o ombra, più ombra che uomo, più immagine che ombra. (W.B. Yeats)
Raphael Gualazzi, Senza ritegno
[Perché mi è risuonata dentro questa frase? Per avere atteso le regole, producendomi in passi indietro e anche oltre, un po' al di là, in una danza immobile come di ogni vigliacco? Ed è vero: non c'era minuto in cui non aspettavo le regole. Allora desidero confessare che non aspetto più le (tue) regole e mi riprendo i sogni, che in quanto miei e in quanto sogni erano, e sono ancora così, unici e liberi dalle ragionevoli regole, sogni di chi (ti) ha creduto che da quelle regole potesse nascere il sogno più bello.] |
dici che bisognerebbe uccidere il sentimento malato. Ma il sentimento è (di) chi lo prova, non sono separabili. Così accadrebbe che potremmo riuscire nell'operazione ma perderemmo il malato, il suo essere nel mondo, ciò che è. Nelle cose di psiche gli antichi hanno ancora ragione. E poi: è il sentimento malato o lo sono le emozioni, poiché il sole è diverso dai suoi raggi, il torrente è diverso dal suo frastuono, il fuoco diverso dal suo calore. E poi: diremmo che il sole è eccessivo se i raggi ci arrossano la pelle, il torrente fastidioso se ci stordisce, il fuoco malato se ci bruciamo alla fiamma? Ovvio che tra tutti i sentimenti il più malato appaia l'amore soprattutto se i raggi non raggiungono la pelle, se il torrente non scorre impetuoso nel suo alveo, se il fuoco non brucia la sua fiamma. Uccidiamo il sentimento, terminiamo il malato. Invoco allora una pillola per dimenticare, senza troppi rimorsi, il sole, il torrente e il fuoco. Tuo, AM
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Simon & Garfunkel, The sound of silence
whisper'd in the sound of silence.
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... non mi sento bene - una malattia del corpo? O della mente? Ma esiste il dualismo nella malattia? È che percepisco un forte calore - interiore? - e la mia testa a volte è come se sbattesse - pensieri come navy seal che irrompono e sparano - e il corpo prende per il culo l'anima piagnona - potrei correre la prossima maratona. Così, ascolto questo "male": sfridi, attriti, eccentricità, ronzii. Un ticchettio. Sembro un meccanismo usurato. Così, mi dico: questo accade a immaginarsi sempre in corsa, sopra giri, dentro una velocità in cui l'assordante non riesce a coprire il rumore di quel ticchettio. Tic, tac... L'assurdo: non si muove alcuna lancetta. Tutto fermo. La diagnosi è chiara: sono una rombante bomba disinnescata, un feticcio della paura e dell'inquietudine utile solo per fingere di sentirsi male, di esplodere. Tic, tac, tic tac. Non mi sento bene, in attesa del prossimo disinnescante assalto dei miei pensieri... |
C'è chi in questo raccoglier(si) vuole perdersi. E non per ritrovarsi. Ritrovarsi è equilibrio. La vita può essere anche equilibrio, ma è un istante. La vita per essere vitale deve (s)perdersi, poiché solo allora nel(lo s)perdersi c'è ricerca, tensione, scoperta, rivelazione, cambiamento, evoluzione. Sasso dopo sasso.
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rileggo gli sms, versione moderna della corrispondenza avvizzita del passato, la nostra come di tutti, e mentre sorrido riconosco in essi l'ambivalenza degli affetti, quelli profondi, i nostri come di tutti, che riempiono righe di un verbale odio, posticcio e più facile e immediato del suo gemello radicalmente opposto, ché quando non puoi dare corso alle passioni cerchi sempre la forma più veloce per liberarti. Quel sorriso è figlio dei ricordi ma un'eco risponde alle evocazioni, suono che ripete, nelle gole della memoria, assenza, assenza, assenza. Puoi così desiderare il desiderio, come si desidera la bellezza di una irraggiungibile rosa sola in un vasto giardino di gramigna. Ricordi: ho coltivato la rosa e la gramigna. Ma questo te lo scriverò nell'odio che verrà. Tuo,
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Post n°1592 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da archetypon
... mi sono perso, qui, e non ho ancora ritrovato la via non potrei poiché è bellissimo perdersi in quest'incantesimo, tu, incantesimo magia mistero dannazione che non trovo ritrovo, lì, ché sfuggi a ogni recinto desiderio sogno così che resta la passione nella gola, qui, mi resta dentro circumnaviga il corpo, tu, così l'eros che si fa parola mi riempie di solitudine voglia amarezza piacere e ho miraggi visioni, lì, e la tua pelle come un'oasi nel deserto ancora mi cattura, qui, e nel deserto cerco un appiglio un colore una foto un suono, tu, e perduto sento solo la tua voce come il coro delle sirene di Ulisse m'incatena... |
c'erano una volta, tanti anni fa, e continuano a esserci, due schietti amici, duellanti in una danza di fiori e spade, barocca definizione di due che amorevolmente se le danno, e neppure tanto metaforicamente, tra cuore e pelle, poiché, nel bene e nel male, in salute e in malattia, il simile cura il suo simile, che durano i simili più degli opposti, giusto per dire che se due guardano nella medesima direzione vanno più lontano di chi guarda in direzioni opposte, e se le danno, dicevo, mettendoci l'anima, poiché l'anima si erano giocati una volta, potrebbe esserci una seconda, dove è uno lì sarà il due, e l'avevano perduta l'anima, certo poi ritrovata, ché bisogna perdersi per ritrovarsi, anche se pare uno si perse più dell'altra, e continua a perdersi, ma non sapremo la verità fino a quando non le tocchi con mano non le realtà ma le bugie, ché dietro ci sono le verità, questo per dire che se c'erano, e continuano a esserci, dietro le loro bugie forse un qualche altro sentimento deve sostare, ma se c'era una volta, tanti anni fa, ora non illudiamoci che continui a esserci, tanto basta la danza, barocca definizione di due che amorevolmente se le danno, schietta amica. Tuo, |
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... stai ruotando. Cosi forte che sospingi i pensieri all'interno. Non c'è luce che esce. Vorticando su te stesso ti chiedi perché li fuori c'è qualcosa. Qualsiasi cosa. Eppure, improvvisamente, afferri. Ingurciti materia, da lì fuori. Oscurità per una luce che non vede la luce. Ha diversi nomi l'oscurità. Potresti conoscerli tutti. Ne scegli alcuni. Quelli più torbidi, specchio irriflesso di antimateria. Ora lo scrivi, ora lo vivi. Stillicido archittetato per un grande rutto...
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W.B. Yeats, The Circus Animals' Desertion
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Credo all'amore che tace il suo primo vagito, che si spaventa del terremoto silenzioso nel corpo, che patisce e patisce, che desidera il buongiorno nella solitudine dell'alba con cui attende un unico amore.
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Laccio alle parole che ho perduto, ieri. Sorriso immutato tra cuore e cuore, domani.
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Sono il tuo capro espiatorio, la vittima oggi innocente, eppure che fu colpevole. Quella colpa è ancora nella vendetta: perciò mi recidi l'anima. Ogni giorno, per quanto invochi la grazia, ignori ogni invocazione. Il lontano tempo della felicità è la sentenza. Il coltello taglia. E il giorno successivo taglia ancora, in una ripetizione che come capro espiatorio mi rende simile a una divinità pagana sacrificata per un dio testamentario. Il coltello taglia. Dovrei riuscire a disarmare la tua mano, un moto nell'anima per salvarmela. Ma in fondo è proprio in nome di Anima che lascio il tuo coltello, ancora e ancora, tagliare. Tuo, AM
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Ricordi, il dolce panino, pranzo al sole, saluto alla nascita di un figlio? Ricordi la scalinata e il litigio? Ricordi la prima volta in viaggio insieme verso una fredda giornata in montagna, in veste di ladri del nostro tempo? Ricordi la panchina dove attendevo che ti mostrassi alla finestra di quel maledetto padiglione d'ospedale? Ricordi il buio delle piccole e chiuse stanze dove felicità si consumava con la speranza di un futuro che non è? Ricordi? Hai detto, con gli stessi occhi di quel tempo: non mi ricordo proprio niente. Tuo, |
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ULTIMI COMMENTI
CIÒ CHE ORA LEGGO
A MEMORIA
Si può mancare non solo la propria felicità, ma anche la propria colpa decisiva senza la quale un uomo non raggiunge mai la propria totalità.
- C.G. Jung -
Quando uno ha avuto una volta la fortuna di amare intensamente, passa la vita a cercare di nuovo quell'ardore e quella luce.
- A. Camus -
Il serpente aveva appena guardato quella venerabile immagine quando il re prese a parlare e domandò: «Da dove vieni?». «Dai crepacci in cui abita l'oro» rispose il serpente. «Che cosa è più stupendo dell'oro?» domandò il re. «La luce» rispose il serpente. «Che cosa è più vivificante della luce?» domandò il primo. «Il dialogo» rispose il secondo.
- Goethe -
Quando devi scegliere tra due cammini, chiediti quale abbia un cuore. Chi sceglie il cammino del cuore non sbaglia mai.
- Popol Vuh -
Chiunque prende la strada sicura è come se fosse morto.
- C.G. Jung -
Nel coltivare se stessi non esiste la parola "fine". Chi si ritiene completo, in realtà, ha voltato le spalle alla Via.
- Yamamoto Tsunetomo -
La vita, per compiersi, ha bisogno non della perfezione ma della completezza. Di questa fa parte "la spina nella carne", la tolleranza all'imperfezione, senza la quale non c'è né progresso né ascesa.
- C. G. Jung -
Un uomo che dubiti del suo proprio amore può, o meglio deve dubitare di qualsiasi altra cosa meno importante.
- S. Freud -
Io sono, più di ogni altra cosa, quel che non sono riuscito a compiere. La più vera delle vite che indosso, come un fascio di serpenti annodato a un'estremità, è la vita non vissuta. Sono un uomo che ha vissuto immensamente. E che nella stessa misura non ha vissuto.
- V. Vosganian -
Tutto ciò che teniamo dentro di noi senza viverlo cresce contro di noi.
- M.L. von Franz -
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.
- Julio Cortàzar -
Inviato da: cassetta2
il 20/12/2023 alle 15:15
Inviato da: marabertow
il 21/10/2022 alle 23:38
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 24/08/2022 alle 23:47
Inviato da: Un_Knwon
il 18/01/2022 alle 16:12
Inviato da: archetypon
il 24/07/2020 alle 05:46