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Redentore delle anime


 Il nuovo lavoro di una band come i Judas Priest è sempre luogo di ritrovo, dove viene alla mente una storia di emozioni create in più di quarant'anni di carriera. “Redeemer Of Souls” è il diciassettesimo album nella discografia degli leggendari Judas Priest. É un disco sincero, con punti di forza e debolezza, ma è un disco davvero fatto di metallo. Dopo l'iniziale “Dragonaut”, la sintesi perfetta dell'album, rafforziamo i legami con il passato ascoltando “Redeemer Of Souls”. La catena che unisce epos e heavy metal non si spezza in “Halls Of Valhalla”, un brano diretto e arrembante. Poi il trasporto epico della musica riflette il leitmotiv del platter, che rievoca la leggenda di “Sword Of Damocles”. Il viaggio nella galleria delle memorie prosegue con la “March Of The Damned”. Le parole della “Down In Flames” ci fanno intuire un destino ormai preannunciato – tutto è passato, la gloria è solo un riflesso di fiamma... Ma i Judas Priest sono quelli che ritorneranno anche dall'oltretomba: “...Out of the fire and into the black/We've been through it all/We've been to hell and back...”. “Hell & Back” è una promessa che i Judas manterranno sicuramente. Dopo i brani ardenti possiamo continuare a sangue freddo con “Cold Blooded”. “Redeemer Of Souls” rinsalda i legami con il passato nella forma dei suoni e nelle tematiche, così il fantasma di “Beyond The Realms Of Death” si materializza prendendo la forma di “Secrets Of The Dead”. L'album si chiude con patetico “Beginning Of The End” (uno dei pochi brani nella storia di Judas Priest che possiamo definire come ballad) lasciando un senso di nostalgia “...Walk alone into the dying mist come alive forever/See the things we've never seen before/Hand in hand together...”.