Metropoli

Post N° 21


Regolato dalla. Noia. E serate solitarie, a non desiderare. Quand’ero bambino trovavo l’esistenza piuttosto banale. A sette anni intuii che i “grandi” non erano infallibili, a otto mi penetro’ la consapevolezza che non erano nemmeno affidabili. Ma non vi erano alternative, nella mia psiche di bambino. E’ l’unica costante del mio quotidiano, la Noia. E’ una Noia “che scava dentro me”. Solo, in compagnia dei miei disturbi ossessivo compulsivi. Alcuni sono carini, tipo quello di controllare che la luce del frigorifero funzioni ancora, altri molto meno. Dovrei trovarne di nuovi: stasera inauguro il disturbo della tazza del cesso: aprire all’improvviso nel tentativo di sorprendere l’essere anfibio che senza dubbio si cela la’ dentro. Per Noia ho perso l’Amore. Esattamente la stessa base sulla quale il resto del mondo fonda l’istituzione del matrimonio. Si puo’ convivere con una goccia d’acqua che ti corrode il cranio ed alla quale non puoi sfuggire? La sensazione di non appartenenza di un disadattato e’ la dimostrazione che l’essere umano e’ fatto per stare da solo. Solo cosi’ puo’ stare con qualcuno. Dovrei vendere la casa e la macchina, raccogliere tutti i soldi, andarmene in un motel a Las Vegas e li’ spendere tutto in alcol e puttane. Ma anche li’, tempo un paio di giorni e tutto mi verrebbe a Noia…