Metropoli

Torno a scrivere


Sono oltre quattro mesi che non bazzico da queste parti. Il blog era morto gia' da tempo, ma come al solito mi cimentavo nella mia personalissima interpretazione di accanimento terapeutico. Ora non tornera' a vivere, ma in questo momento devo scrivere. E utilizzo tutti gli spazi che ho. Sembrera' banale, ma ritorno su un tema che mi era caro in queste pagine (in una delle precedenti versioni di questo blog). Pochi giorni fa e' stato commesso un crimine orrendo, i giornali e le tv ne hanno parlato diffusamente. Si e' poi discusso a lungo, e fin da subito, sulle cause di questo orrore. Francamente e' disarmante constatare come in Italia i problemi seri si affrontino soltanto come emergenze e soltanto quando qualche fatto di cronaca li porta alla ribalta. Aggiunge insicurezza all'insicurezza. Ma meglio questo piuttosto che il nulla, ben venga il decreto sulle espulsioni facili, padon, un pochino meno difficili. Quello che non tollero ora sono pero' le parole. Perche' non si puo' sempre stemperare, sempre smorzare, sempre riportare la discussione su un piano di mediazione... occorrono, in momenti drammatici come quelli che stiamo vivendo in questo ca..o di paese, decisione, fermezza, zero tolleranza, nessun dialogo. Occorre agire per la salvaguardia dell'incolumita' delle possibili vittime, e non nell'ottica della salvaguardia dei diritti del criminale. Tollerare la presenza dei campi nomadi significa accettare non il rischio bensi' la certezza di episodi criminali che possono sfociare in quello che e' successo a Roma. Dire che "la maggior parte dei romeni sono gente per bene" non serve a un ca..o se non a far imbestialire ancora di piu' chi si sente continuamente minacciato da una situazione che nelle grandi citta' e' diventata insostenibile (insostenibile per i piu', non per chi queste realta' non le vive eppure paradossalmente legifera su di esse). Ma riusciamo una volta ad essere fermi? A condannare senza riserve? A chiamare le cose con il loro nome? Purtroppo no, siamo ancora qui a dire che "la maggior parte ecc..." e a farci bacchettare dal primo ministro romeno perche' ci siamo permessi di far finta di alzare un pochino la voce in casa nostra. Siamo ancora qui a sgolarci per condannare gli episodi di ritorsione, e non vogliamo nemmeno ipotizzare di affrontare il problema alla radice. Credo che la storia ben presto condannera' il colpevole disinteresse dei ciechi governanti. A quel punto ricordiamoci che quando si era in tempo non s'e' fatto nulla. Ricordiamocene con la matita in mano, in cabina elettorale, se ancora avremo la possibilita' di esprimerci senza dover chiedere il permesso del primo ministro romeno.