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Lettera per te

Post n°10 pubblicato il 10 Giugno 2009 da ilMEV
 
Tag: vita

Non so perchè ma sento che tu leggerai queste righe.
Sai quelle cose che senti dentro?
Quelle cose strambe che non sai spiegare.
Forse un giorno cercherai tra queste pagine e troverai queste parole.
Non so se ti piaceranno. Pensaci prima di continuare a leggerle.


In queste parole c'è ancora molto di noi e di ciò che siamo stati e vorrei rassicurarti sul fatto che non sono assolutamente state scritte per rovinare i nostri ricordi, ma io sono fatto così e ho bisogno di ragionare e scrivere qualche riga per capire fino in fondo le cose. Devo fissarle su carta, su uno schermo, nella mia mente.

Innanzitutto sono molto dispiaciuto di ciò che è successo e di come si è sviluppato tutto.
So che sei convinta che io abbia voluto la fine della nostra storia, ma l'unica cosa che desideravo veramente era rivederci per riuscire a capirci e sistemare una situazione che ci era decisamente sfuggita di mano. Non credo che fosse finito l'amore. Non credo che mancasse. Credo che sia mancata la comprensione. Io non ti ho capita e non mi sono sentito compreso. E' un modo stupido per terminare una relazione. Ma esistono modi intelligenti? Volevo rassicurarti sul fatto che non credo che tu od io siamo sbagliati. E non credo nemmeno che tu abbia bisogno di essere rassicurata. Oggi mi sei venuta in mente quando nella tua cucina da universitaria ho disegnato l'elenco dei tuoi difetti su un foglietto (o era forse un tovagliolo?). Ho fatto mente locale e ho richiamato dal cassetto della memoria tutte le cose che avrei dovuto sopportare. Spero invece di averle supportate. Ti ho amata come si amano le cose belle. Le persone belle, quale tu sei. Ho fatto a pugni con la tua intransigenza e con la mia leggerezza, la stessa leggerezza che mi ha permesso di farti ridere per una cavolata sussurrata o perchè ti prendevo in braccio per farti roteare nella stanza. So che non ti scorderò. So che ho creduto che fosse per sempre perchè questo è stato lo spirito che mi ha guidato anche nel mio ultimo errore. Volevo solo vederti. Il fine giustifica i mezzi, mi hanno insegnato. In questo caso non è stato vero. Sono rimasto bruciato. E questo ha bruciato anche noi. Forse quella leggerezza che mi appartiene non riesco proprio ad abbandonarla e tra l'altro tu non sei mai riuscita ad accettarla. Speravo che venire qui ti portasse ad apprezzare tutte le mie cose ed invece abbiamo incontrato tante difficoltà. Ho cercato di arginarle come meglio potevo (ricorda: questo non è rinfacciare, questo è raccontare il proprio punto di vista). Ho fatto del mio meglio. Ho fatto le mie scelte e sono state scelte sbagliate col senno di poi ma sono stato io il fautore del mio destino. Alla fine della nostra relazione, e solo in quel momento, non sono riuscito o non siamo riusciti a volerci bene fino in fondo.
Oggi ho fortemente sperato di rivivere l'estate del '99, daccapo e di ricominciare tutto dall'inizio. Ripetendolo e modificandolo. Modificandoci. Cambiando le situazioni, cambiando le circostanze. Capisci anche tu che se mi metto a sognare ad occhi aperti una soluzione del genere vuol dire che il mio cuore ti appartiene ancora. Eppure so che se anche (ragionando per assurdo) tornassi sui tuoi passi non ci sarebbe modo di ricominciare. Siamo stati bravi anche a rovinare tutto e a chiuderci tutte le porte. Tornare indietro non si può. Non si può più. Quando me ne sono andato di casa nostra si è rotto qualcosa dentro di me. E' come se tu mi avessi intimato di essere il più possibile vicino al mio modo di essere, di non restare ingabbiato in quella persona che cercava in tutti i modi di provare a renderti felice. Forse la famiglia è davvero quello per me. Forse davvero ne ho un concetto errato, troppo restrittivo e accomodante. Quando mi hai chiesto di accomodarmi fuori di casa mi sono sentito libero di riprendere a giocare ad armi pari. Non volevo farti sapere quanto ero in difficoltà nel vivere una situazione così difficile. Non ero capace di strati lontano senza pensarti, senza soffrire. Volevo riscrivere le regole del nostro rapporto senza sentirmi in debito, in difetto per averti fatto traslocare nella mia città, per averti fatto entrare in un mondo che non ti apparteneva. Per avere cercato di farti accettare un mondo che non hai mai sentito tuo fino in fondo. Desideravo che ci trovassimo a metà strada e non volevo mostrami debole. Non volevo dare a vedere che ero già pronto a fare la maggior parte del percorso perchè ci riavvicinassimo. Da questo punto di vista hai avuto ragione. Forse è stato soltanto un po' di stupido orgoglio, e sul momento, non l'ho nemmeno capito. Ho ammesso il mio errore dopo nemmeno un minuto ma ormai era tardi e l'ho sommato a quello precedente. Un errore me lo hai sempre perdonato. Ho sempre saputo che due sarebbero stati troppi e a mia discolpa posso solo affermare che ho sempre cercato di non commettere nemmeno il primo. Ma Saturno, Giove e Venere mi erano contro. Oppure Budda si è svegliato dal torpore, o chissà cos'altro ho fatto o mi è successo e mi sono perduto. Due. Ho commesso due errori. Ne ho commessi due. La successione è stata troppo rapida. Me ne dispiaccio ancora una volta e ti chiedo scusa.


Ti auguro buona fortuna di cuore perchè spero che tu possa realizzare i sogni tuoi che fino a poco tempo fa, erano anche nostri. Con tutto l'affetto che posso.


 

 
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