LOVELY GINGERINA

CONSIDERAZIONI...


Alla fine, tanto rumore per nulla. Finisce come previsto, con l'Inter che vince il suo secondo campionato consecutivo, decisamente più credibile di quello dello scorso anno, ed infatti abbiamo idea che i festeggiamenti, pur più brevi dei baccanali giubilari delle otto-nove feste scudetto dello scorso anno, saranno più intensi e forse più sentiti. Perchè è stato un campionato che, anche se è l'Inter ha fatto di tutto, negli ultimi mesi per complicarselo, è stato più combattuto. Noi eravamo forse gli unici a dire che sarebbe stato tale: non abbiamo sbagliato. E' stato forse un campionato deciso dall'Europa, perchè se l'Inter nelle ultime giornate ha fatto quel che ha fatto (ed ha rischiato, e sul serio, anche ieri), c'è solo da immaginare cosa sarebbe stato, se i nerazzurri fossero andati avanti nella Champions League. L'Inter ha chiuso in riserva, ma i finali così sono probabilmente quelli più belli. E' finito tutto in maniera quasi scontata, ed è forse quel 5 maggio, sempre di marca nerazzurra, ad aver un po' falsato la prospettiva e la percezione comuni: perchè, all'ultima giornata, le sorprese non ci sono mai. Andò così nel 2006, con la Juve che a Reggio vinse regolarmente, dopo che il Milan le aveva rosicchiato qualcosa come 14 punti. Fu così, andando ancora a ritroso, per la Roma nel 2001, che superò facilmente il Parma. Stiamo chiaramente parlando dei campionati che, nell'ultimo decennio, sono arrivati ancora in discussione agli ultimi 90 minuti. Ed è stato così anche ieri: Inter regolarmente prima, Roma regolarmente seconda, Fiorentina regolarmente in Champions, Milan regolarmente in Uefa, Empoli e Parma regolarmente in B. Per questo quel 5 maggio rappresenta ancora una straordinarietà: perchè resta unico. Solitamente, all'ultima giornata, tutto va come deve andare. La cosa straordinaria è che ieri, a mezzora dalla fine del campionato, la Roma fosse campione (e forse almeno un'ora da campione d'Italia la squadra di Spalletti se la meritava), il Milan in Champions, l'Empoli in A. E' stata una bella giornata, insomma, rovinata alla fine dalla prevedibile accomodanza della Roma, che si fa segnare dal Catania il gol del pareggio. In un anno in cui questo malcostume sembrava finalmente andato fuori moda, gli unici ad essere in diritto di essere arrabbiati sono gli empolesi. Va detto che il Catani premeva da ere geologiche. Però fino al 2-0 dell'Inter, non aveva segnato. Poi, ha segnato. Bizzarro. L'Inter è andata in testa dopo 6 giornate, e non ha più mollato il primo posto. Per autorità, fino a un certo punto; stringendo i denti, da un certo punto in poi. Facendo stringere i denti ai moviolisti, da un certo punto in poi e fino a un certo punto. Non è stata una passeggiata, per cui, se l'anno scorso l'Inter aveva scoperto (non casualmente), la coscienza di sè, oggi scopre la sofferenza e la capacità di non crollare miseramente sotto pressione. Certo, lo ha fatto quando era proprio l'ultima chance, per cui questo verdetto è rimandato. Se non a settembre, a maggio, quando in altre competizioni arrivano le sfide in cui davvero ci si gioca tutto e si può perdere tutto. Perchè, se immaginiamo l'Inter, lo scorso settembre, seduta intorno ad un tavolo come durante una partita a Risiko, al momento di scoprire quale missione era toccata, aveva scoperto che sulla propria carta obiettivo c'era scritto inequivocabilmente "Europa", e non "altro obiettivo nazionale a scelta". Ma di questo abbiamo parlato diffusamente, oggi è il giorno di una festa. Anche se è di un giocatore di Risiko con una carta obiettivo sbagliata. Ibrahimovic finalmente non tradisce in una partita della vita, e risulta decisivo. Certo, si trattava del Parma del sig. Manzo, che fino a ieri aveva allenato tra i professionisti tante partite quante ne ho allenate io, o te che leggi. Però è indubbiamente un passo avanti di un giocatore che se davvero vuole ambire a certi premi deve, non si scappa, vincere qualcosa di più di un campionato nazionale, e incantare contro qualcuno di un po' più forte del Parma del sig. Manzo. Parma che oggi retrocede in B per la prima volta nella sua storia. Lo avevamo conosciuto con Sacchi, poi con Scala, poi con le coppe. Tante coppe. Erano gli anni in cui, se arrivavi davanti al Parma, vuol dire che avevi fatto un gran campionato. Erano gli anni della nostra infanzia. Nostalgia canaglia. Coppa Uefa sarà, per il Milan: "ce ne faremo una ragione" aveva detto Ancelotti. Ne faremo un obiettivo, serio e da interpretare con determinazione, suggeriscono i tifosi. E Bayern e Fiorentina insegnano che è un torneo che le sue insidie ce le ha. Con un Milan in Uefa ne guadagna la coppa Uefa, che forse con una presenza così -e magari con qualche eliminazione eccellente dalla Champions, come terza classificata nei gironi- ha l'ultima chance di essere rilanciata, ma ha ragiona anche chi dice che ne perde la Champions. D'altronde, i numeri sono numeri. E dovrà anche arrivare lo scudetto. Questa è la carta obiettivo nel Milan nel prossimo Risiko. Non è tra le più esaltanti, ma va onorata. Insomma, si avrà la serenità per allenarsi in settimana, e dovrà essere sfruttata a dovere. Nel frattempo, in bocca al lupo, Fiorentina: l'augurio è di non fare la fine della Lazio. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, dice il fumetto. Da una grande qualificazione derivano grandi campagne acquisti -non vendite- dice il calcio. Vero, Lotito? Tornando al Milan, quando qualcuno avrà un po' di tempo, e senza Champions di tempo non ne mancherà-, magari ci spiegherà cosa è successo a Napoli. Poi c'è la Roma. Speriamo il giocattolo, il bel giocattolo, non si rompa in qualche scatolone, durante il trasloco da Casa Sensi a Casa Soros o chissà. Sarebbe un peccato per il calcio. Ultima pillola di calcio, costume, società, e grottesca comicità. E' strano: ci pareva quasi di aver udito in settimana che, sugli spalti del Tardini, i tifosi interisti non avrebbero dovuto esserci...