Domus Idee - Mileto

E' scontro Labate-Maggioranza


   Il consiglio comunale di giovedì, oltre al conferimento del titolo di cittadino illustre al vescovo Domenico Tarcisio Cortese (leggi qui), ha registrato il dibattito legato al ritiro della delega all'assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Labate (leggi qui) decisa il 24 luglio dal sindaco Rocco Condoleo. Il primo cittadino ha ufficialmente annunciato al Consiglio il provvedimento. A quel punto è intervenuto Labate con una dichiarazione che non ha risparmiato critiche al primo cittadino e a «un provvedimento che poco ha a che fare con la politica amministrativa del Comune e le reali esigenze di sviluppo della comunità». Labate è intervenuto «per il rispetto verso i cittadini, e in particolare verso quei 238 amici prima che elettori che mi hanno concesso il privilegio di sedere, primo degli eletti, in questo consesso», ha attaccato il sindaco e la struttura amministrativa del Comune denunciando «gli ostacoli, spesso artificiosi, di volta in volta frapposti anche dal responsabile dell’Ufficio tecnico, dal quale mi sentivo rispondere che “prima di avere una qualche risposta o riscontro avrei dovuto parlare della questione con il sindaco”». Cosa che «dimostrava, nonostante l’apparente concessione delle deleghe, scarso senso democratico e di collegialità, finendo per pretendere che l’intero apparato burocratico comunale, anche a scapito della qualità e dell’efficienza delle prestazioni in favore dei cittadini, facesse riferimento esclusivamente a lui per ogni decisione operativa». Il consigliere comunale ha aggiunto che «con la Provincia, grazie alla comprensione e disponibilità del presidente Ottavio Bruni, è stato avviato un proficuo rapporto di collaborazione, i cui benefici per il nostro territorio cominciavano già ad intravedersi». Per l’esponente del Pdm (sulla sua adesione leggi qui) sono «risibili, e non condivisibili», le motivazioni addotte, spiegando che le assenze in realtà erano in linea con quelle degli altri assessori «come dimostrabile dagli atti della segreteria comunale. Su 33 Giunte, ho totalizzato 13 assenze, di cui 5 per ragioni di salute. Le assenze per lavoro si riducono a 8. Senza dimenticare che più volte era stato chiesto al sindaco di dare adeguato preavviso delle convocazioni onde consentirmi di darne tempestiva comunicazione ai miei superiori per il relativo permesso. Richieste cadute nel vuoto». Sulla base di queste e altre considerazioni Labate ha fatto notare la coincidente «tempistica di adozione di questo provvedimento con la mia adesione al Pdm. Una scelta personale non suscettibile di arrecare danno alla maggioranza (leggi qui) alla quale ho ribadito incondizionata appartenenza. E che, identificandosi in un progetto civico non impone l’obbligo di adesione ad una anziché ad un’altra forza politica». Del resto si tratta di una scelta «avvalorata dalla volontà di dare un contributo alla costruzione del Partito democratico nel quale, con molta probabilità, fra pochi mesi ci ritroveremo con lo stesso sindaco e buona parte dei consiglieri. Ma - ha chiarito - tanto è bastato per disturbare il “grande timoniere”, che vede in queste scelte azioni di “lesa maestà” e disturbo dei suoi personali progetti politici dentro e fuori il Comune di Mileto».    A prova di ciò Labate porta «i ripetuti “avvisi” in queste ultime settimane del capogruppo consiliare di maggioranza e dello stesso sindaco di tornare sui miei passi onde “evitare spiacevoli conseguenze politiche”». Quindi «se la revoca è realmente dovuta all’assenze fatte anche altri assessori devono ricevere lo stesso trattamento. Con 8 assenze c’è l’assessore Valente, subito dopo con 7 Dinardo e Massara, a voi le considerazioni».    A Labate hanno fatto seguito il vicesindaco, Fortunato Giordano, il capogruppo di minoranza, Nicola Bertuccio, quello di maggioranza, Giuseppe Di Pietra e, in ultimo il sindaco, Condoleo. Giordano in un lungo discorso (a tratti contestato dal pubblico) ha esternato la ragione squisitamente politica della decisione «che non è stata del sindaco ma di tutta la maggioranza» di revocare Labate. Giordano, elogiando l’ex-assessore («persona corretta e laboriosa»), ha precisato: «Non posso condividere gli atteggiamenti di quattro signorotti che sfruttano queste situazioni per metterci uno contro l’altro, non vogliamo influenze esterne al Comune di Mileto», riferendosi poi agli interventi della Provincia citati da Labate, ha aggiunto che «non devono arrivare in modo capzioso», aggiungendo che «fra un anno e mezzo si voterà alla Provincia e questo modo di fare politica finirà», e concludendo che «la nostra decisione non è stata a livello personale ma è un problema assolutamente politico».     Notevolmente critico è parso Bertuccio che ha esordito chiedendo chiarimenti (in modo retorico) sulla revoca («Si tratta di una questione politica o di problemi lavorativi?») per poi contestare al sindaco e al vicesindaco come loro stessi hanno dato la loro adesione, dopo la vittoria alle elezioni, alla Margherita e come «non c’è una gestione collegiale ma verticistica della giunta». Chiedendo energicamente chiarimenti «sui provvedimenti dell’assessore che sono stati bloccati» Bertuccio si e rivolto a Labate affermando: «Se non condivide una gestione amministrativa perché deve restare nella maggioranza?».    Dopo l’intervento di Dipietra, ha chiuso la seduta il sindaco Condoleo che, visibilmente provato, si è rivolto a Labate testimoniando «la profonda stima che provo, ho provato e continuerò a provare nei tuoi confronti e che non credo che dagli altri banchi abbiano avuto», scusandosi «se ho mancato di sensibilità», ma contestando come «non mi sembrava giusto che il sindaco dovesse apprendere dalla stampa le decisioni di un proprio assessore». Il sindaco ha ribadito che «la politica non deve creare inimicizie personali», ma ha anche aggiunto: «Rappresento una comunità e devo essere rispettato per questo ruolo».  La notizia è stata pubblicata su tutti gli organi di stampa locali.