Domus Idee - Mileto

Si è insediato Luigi Renzo


  Luigi Renzo è il nuovo vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. La cattedrale di Mileto lo scorso 8 settembre, a stento, ha contenuto la moltitudine di fedeli, sacerdoti e autorità presente alla cerimonia di insediamento ufficiale del successore di Domenico Tarcisio Cortese. Una cerimonia iniziata alle 16.30 quando il presule, accompagnato dall’arcivescovo di Rossano-Cariati, Santo Marcianò, ha raggiunto Sant’Onofrio dove una delegazione guidata dal vicario generale e arcidiacono del capitolo, don Domenico Monteleone, lo ha accolto con il sindaco di Sant’Onofrio, Onofrio Stinà. Da qui il vescovo si è spostato a Mileto. In piazza Badia ad attenderlo c'erano il suo predecessore, Domenico Tarcisio Cortese, il sindaco della città, Rocco Condoleo, il presidente della Provincia, Ottavio Bruni, il clero della diocesi oltre a sacerdoti provenienti dalla diocesi di Rossano-Cariati e numerosi fedeli. In piazza Badia città e provincia hanno dato il benvenuto al nuovo presule. Sia Condoleo che Bruni hanno rimarcato la necessità di avviare un cammino all’insegna della collaborazione per rilanciare il territorio della provincia e del comune di Mileto. Un territorio denso di storia e tradizioni che da ieri è diventato anche il territorio di Renzo che «farà di tutto, ne siamo certi – ha detto Condoleo – per aiutarlo nella sua crescita culturale e religiosa». Il sindaco, a nome della città, ha fatto dono al nuovo vescovo di un anello con l’effige di san Nicola, protettore di Mileto, opera dell’orafo Spadafora. L’8 settembre, come ha rimarcato lo Bruni, è ormai per la diocesi una data storica. Ventotto anni fa, in questa stessa, data Cortese prendeva possesso di quella diocesi che oggi consegna al suo successore «una guida spirituale – ha affermato Bruni – e nuovo pastore della diocesi, di una comunità aperta ad una nuova speranza e pronta per un rinnovato impegno per rendersi partecipe del proprio riscatto sociale e culturale».   Renzo nel rispondere alle autorità politiche ha ricordato le origini di Mileto, aggiungendo che «i Normanni hanno dato alla Calabria quella scossa che le serviva, questa collaborazione, per quanto nelle mie possibilità, ci sarà tutta e sarà tesa alla valorizzazione di questo nostro territorio ricco di risorse». Il corteo con a capo i vescovi Cortese, Marcianò e Rimedio si è spostato in cattedrale dove Renzo si è fermato a salutare degli anziani della casa di riposo Casa Serena. Una volta dentro la cattedrale la giornata si è vestita della solennità dei secoli e di un rituale che affonda le radici nel tempo. Dopo l’intenso e sentito discorso di don Monteleone, il cancelliere della diocesi, don Filippo Ramondino, ha dato lettura della bolla papale che ha decretato la nomina di Renzo a vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea consegnata poi dal vescovo Cortese nelle mani dello stesso Renzo. Una cerimonia che si è completata con la consegna del pastorale da parte dell’amministratore apostolico al nuovo presule simbolo del potere episcopale sulla diocesi, consegna preceduta da un intervento del vescovo che ha retto per quasi trent’anni il territorio diocesano. Cortese, nell’augurare buon lavoro al suo successore, lo ha invitato a «riempire di gioia la Chiesa, se vogliamo che la Chiesa riempia di gioia il mondo», l’amministratore apostolico ha evidenziato la necessità di «far ritrovare ai preti la gioia di essere preti», per poi concludere precisando che «dobbiamo riprendere il nostro ruolo di ascoltare il Signore e seguirlo».   Durante la celebrazione, si è tenuta l’omelia, la prima da vescovo, di Renzo. Un’omelia ricca di contenuti e promettente in cui non sono mancati riferimenti teologici e religiosi accompagnati da chiare indicazioni programmatiche come l’interrogativo «se è davvero così necessario che ci siano tutte queste parrocchie nella diocesi», lasciando intravedere la possibilità di una riorganizzazione. Ma allo stesso modo chiari sono stati i messaggi lanciati al clero richiamato ad una maggiore unità. Per Renzo «non è questo il tempo di chi cura il proprio orticello ma è necessario verificare il rapporto e le interazioni fra parrocchie e diocesi, mettendo da parte l’atteggiamento dell’armiamoci e partite». Renzo si è chiesto il «perché di tante insoddisfazioni fra il clero, il perché di tante baronie che mortificano il territorio diocesano» concludendo «che serve un’azione pastorale più vicina alla vita delle persone e mettere la persona al centro per rinnovare in senso missionario la pastorale». Al termine della celebrazione il presule si è trattenuto con la gente concedendosi anche ai microfoni della televisione giusto il tempo di ribadire che «siamo noi la risorsa del territorio, le altre cose vanno avanti solo se noi ci sentiamo capaci di valorizzarle».