Domus Idee - Mileto

Catanea polemico sul Pd


   Non sono mancate le polemiche sul voto per le primarie del Pd (leggi qui e qui), al di là di quelle legate agli equilibri interni al neonato partito, di cui ci occuperemo presto, un giudizio negativo è giunto dal centrodestra e in particolare dal commissario del circolo cittadino di An, Giancarlo Catanea, il quale ha fortemente criticato la scelta di utilizzare la sede del comune come seggio elettorale. Catanea, che è anche portavoce della componente regionale “Risveglio ideale” di An fa capo alla parlamentare Angela Napoli, ha voluto da subito denunciare che quella che si è verificata è «una vergognosa occupazione delle sedi istituzionali nel territorio regionale» aggiungendo, inoltre, che sul punto la Napoli sta preparando «una interrogazione al ministro per capire fino in fondo come è stato possibile che ciò sia accaduto».    Catanea ha precisato che «non è accettabile sotto un profilo di rispetto dei ruoli istituzionali che i seggi siano stati allestiti in ospedali (come è successo nella provincia di Cosenza), in scuole (ad esempio nella nostra provincia a Paravati di Mileto in piena contrapposizione con la circolare del ministro Fioroni che non autorizzava l’uso dei locali delle scuole a tal fine) o addirittura nei palazzi che ospitano i Comuni come è accaduto a Vibo Valentia, Mileto, Ionadi o San Costantino nella nostra provincia, o nelle sedi circoscrizionali come è accaduto a Cosenza o a Piscopio solo per fare qualche esempio». L’esponente politico parla «di una vera e propria emergenza democratica», aggiungendo che «se questi sono gli auspici con cui nasce il Partito democratico allora tanto democratico non è». Catanea punta il dito in primo luogo contro «i sindaci che hanno concesso l’autorizzazione ad utilizzare le sedi comunali che sono la casa di tutti e non solo di una parte politica e dei suoi sostenitori, tra l’altro - ha aggiunto ancora con una battuta ironica - non passerà inosservato che il candidato alla segreteria regionale del Partito democratico è il viceministro dell’Interno Marco Minniti, ossia colui che avrebbe potuto e dovuto tutelare che le sedi comunali fossero lasciate fuori da questa situazione, ultimamente si stanno confondendo gli interessi della comunità con gli interessi personali di partito». Per il politico «utilizzando gli ambienti pubblici si occupano letteralmente i locali delle istituzioni, e - si chiede polemico - se ci fosse un’emergenza di Protezione civile? O, diversamente, se fosse stata Alleanza nazionale a fare le primarie per l’elezione dei propri dirigenti e ad occupare i locali dei Comuni cosa si sarebbe detto? Si sarebbe certamente parlato di regime fascista come sempre si fa quando si parla delle nostre iniziative».    Inoltre, «andando a curiosare sul sito internet del Partito democratico - ha concluso Catanea - ho potuto constatare che nel resto d’Italia si sono utilizzate le sedi dei partiti sia dei Democratici di sinistra che della Margherita come è giusto che si faccia, mi chiedo a questo punto perché in Calabria si è scelta una strada diversa?».