Domus Idee - Mileto

Pd, la minoranza consiliare attacca il sindaco Condoleo


   «Il forte ridimensionamento dell’amministrazione comunale reso ancora più evidente dalle enunciazioni del sindaco pone, nel silenzio (o dissenso?) assordante dei consiglieri di maggioranza, una forte indicazione politica: deve essere verificato il senso della permanenza di questa amministrazione alla guida della città».   A 14 giorni dalle primarie del Partito democratico (leggi qui) dopo il botta e risposta polemico fra il sindaco Rocco Condoleo (leggi qui) e alcuni dei candidati di Mileto (leggi qui) (in particolare Nicola Salvatore Bertuccio, Antonella Rotella, Cinthia Colloca e Rocco Pistininzi), senza dimenticare un inciso critico dal centrodestra (leggi qui)anche il gruppo consiliare di minoranza guidato da Bertuccio e completato da Francesco Tulino, Saverio Tulino, Armando Mangone e Giuseppe Labate è intervenuto non certo con toni accomodanti sugli esiti della consultazione. Per i cinque, che, avanzano forti dubbi sul futuro della maggioranza Condoleo, «è venuto fuori sicuramente un segnale negativo sull’operato di questa amministrazione considerato che la stessa ha dispiegato sul campo tutte le forze possibili, finalizzate all’accaparramento di più consensi possibili per entrare nell’ambito del Pd in posizione di forte impatto contrattuale». Una motivazione, in fondo più che legittima che ha riguardato alla fine un pò tutte le forze in campo i cui candidati si sono rivolti agli elettori sia prima che dopo le elezioni (leggi qui), ma «da questa consultazione appare evidente che è uscito sconfitto il partito del sindaco (leggi qui), questo dato fa riflettere sulle motivazioni di tale debacle amministrativa». Per i consiglieri «l’operazione porta a porta effettuata dal sindaco (attribuito dallo stesso agli altri) dagli assessori e da tutti i rimanenti consiglieri di maggioranza a lui vicini non ha prodotto gli effetti elettorali desiderati, non certo per la mancata appartenenza territoriale di qualche candidato, che in maniera autoreferenziale ha preteso di rappresentare la cittadinanza miletese per “delega familiare” (riferimento a Rachele Bruni moglie del sindaco Condoleo e candidata ed eletta all’assemblea regionale del Pd ndr) ma - chiarisce ancora il testo - sicuramente per il vistoso calo di consenso popolare per questa amministrazione che in anno e mezzo non ha prodotto alcun atto a valenza territoriale, limitandosi a conferire incarichi senza finalità progettuali per il territorio di Mileto ma rivolti a consolidare posizioni di forza». Su queste basi «non è possibile per la minoranza accettare un interlocutore con una coerenza politica e amministrativa finalizzata solo al compiacimento e vanità personali». Bertuccio, Mangone, Labate e i due Tulino, ribadiscono di essere «per il rispetto e per il dialogo non per gli atteggiamenti dispotici che non accettano la collaborazione e il confronto democratico. Non possono essere accettate le estemporanee farneticazioni recentemente riportate dalla stampa in contraddizione con quanto successivamente enunciato: “Basta con i conflitti e i dissidi dobbiamo lavorare tutti insieme per il bene comune” pronunciate dallo stesso primo cittadino in occasione dell’inaugurazione del centro sociale “Porta aperta” (leggi qui)».   In conclusione, quindi, «le esternazioni furiose e senza senso e poco illuminate inficiano un dialogo costruttivo con la minoranza. Non è questo il cambiamento nel modo di fare politica, tanto sbandierato in campagna elettorale».