Domus Idee - Mileto

Commemorazione del 4 Novembre


    Dopo la realizzazione del monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre (leggi qui), il 4 novembre si è svolta una breve cerimonia per rendere omaggio ai caduti, voluta dal vicesindaco, Fortunato Giordano, presente in testa al piccolo corteo in rappresentanza del sindaco assente perché fuori sede. In occasione della giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, Mileto ha espresso il proprio omaggio ai caduti della I Guerra Mondiale, «l’ultima guerra del risorgimento italiano» come l’ha definita Giordano citando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Certo, la partecipazione dei cittadini ha lasciato un po' a desiderare forse anche a causa di una organizzazione non proprio perfetta e tempestiva ma, in ogni caso, anche nella città normanna non è mancato il doveroso tributo ai caduti della Grande guerra, l'ultima di liberazione del territorio nazionale. Il corteo si è spostato dal Comune attraversando per circa 300 metri la città verso il monumento ai caduti della I Guerra Mondiale posto di fianco alla cattedrale nello stesso posto dove un tempo sorgeva il campanile della chiesta ottocentesca poi sostituita dall'attuale tempio costruito per volontà dell'allora vescovo Paolo Albera nel 1930. Dopo una preghiera spesa dai presenti, fra cui il parroco della cattedrale, don Domenico Dicarlo, e il maresciallo dei carabinieri, Pasquale Lagamba, i vigili urbani e i carabinieri hanno deposto una corona di fiori ai piedi del monumento. Il vicesindaco Giordano ha rivolto un doveroso un ringraziamento alle forze armate impegnate in Italia e all’estero nelle missioni di pace per contribuire al mantenimento dell’ordine pubblico e alla ricostituzione delle istituzioni democratiche laddove la tirannia di pochi ha messo in ginocchio la dignità di molti, Giordano ha ribadito l’alto valore simbolico e morale assunto dalla ricorrenza del 4 novembre in cui «ricordiamo il sacrificio dei nostri soldati come il signor Mesiano (un veterano presente alla cerimonia ndr) che hanno combattuto per l’Italia e, dopo la disastrosa rotta di Caporetto, hanno saputo reagire e ripartire dal Piave e dal Carso per restituire all’Italia i suoi territori». Un momento dall’alto valore simbolico che meriterebbe di essere ricordato meglio e con più partecipazione soprattutto dai più giovani che da quei morti hanno ereditato l’Italia che conosciamo oggi.