Domus Idee - Mileto

In ventimila da Natuzza


    In ventimila ieri sono accorsi da tutta Italia per il 14° anniversario dell'arrivo a Paravati della statua del Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime nella fondazione che porta lo stesso nome, in ventimila per pregare con Natuzza Evolo (di cui si è recentemente parlato anche a Porta a Porta leggi qui), la mistica di Paravati che da decenni richiama nella principale frazione di Mileto migliaia di pellegrini. «Rivolgiamo il nostro ringraziamento alla Madonna che si è data a noi mostrandosi attraverso questa statua frutto dell’ispirazione, della visione, dell’illuminazione di Natuzza Evolo, e ringraziamo il Signore per Natuzza che possa continuare ad essere di stimolo, non di riferimento perché riferimento è il Signore». Così il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, ha salutato ieri la folla raccolta nel parco interno della fondazione durante l'omelia. Nella giornata del ringraziamento Renzo dal palco dove era presente la stessa Natuzza Evolo, si è richiamato al messaggio dei vescovi italiani spronando i fedeli ad avere «il coraggio di essere credenti», e, ricordando la necessità di rispettare il territorio in cui viviamo che ci è stato donato da Dio, ha invitato i fedeli «ad un esame di coscienza per il modo come trattiamo e sfruttiamo il nostro habitat, dobbiamo ringraziare il Signore per le risorse che dà e che dobbiamo vivere come un dono». L’attenzione di Renzo si è anche concentrata sui cenacoli di preghiera ispirati in tutto il mondo dalla donna di fede di Paravati e sul valore della preghiera che «diventa modo di credere» ma che deve anche essere «robusta e che diventa manifestazione di una vita che si è fatta toccare dal Signore, una vita che è cambiata». Il vescovo ha riconosciuto che «ci vuole coraggio per pregare ed essere perseveranti nella preghiera e nei cenacoli, bisogna essere credenti coraggiosi». Inoltre, il presule ha sottolineato come dobbiamo dimostrarci coerenti con la nostra fede aggiungendo che «nel mondo in cui viviamo ci preoccupiamo dei problemi materiali non pensando all’altra vita addirittura alcuni hanno il dubbio della stessa esistenza dell’altra vita ma il Signore ci insegna che la morte è solo la porta che segna l’ingresso in un modo di essere nuovo, diverso». Per il presule «il ringraziamento al Signore deve diventare amore per quello che ci ha donato», chiarendo che bisogna «ringraziare il Signore per questa esperienza forte che stiamo facendo» e «tornare a casa rifocillati nella vita ed essere anche noi testimoni del coraggio della fede». Dopo la messa la Madonna pellegrina, che rappresenta la statua del Cuore immacolato di Maria in scala, è passata dalla comunità della diocesi di Lamezia, che l’ha custodita per un anno, a quella della comunità di Teggiano. In chiusura per la prima volta la statua, disegnata sulla base delle indicazioni della mistica di Paravati e che rappresenta l’aspetto con cui la Madonna apparirebbe a Natuzza nelle sue visioni mistiche, è rimasta sul palco nel parco dove i pellegrini hanno potuto rivolgerle la loro preghiera.