Domus Idee - Mileto

Nuovo attacco di Dinardo al sindaco


Antonino Dinardo ha depositato il 13 marzo scorso una nuova lettera di critica nei confronti dell'amministrazione e in particolare del sindaco Rocco Condoleo. Una lettera che segue quella inviata al lo scorso 4 gennaio (leggi qui e qui). «Caro sindaco - si legge - sono passati oltre due mesi da quando le ho rappresentato le mie valutazioni sull'andamento dell'amministrazione comunale e le ho indicato le criticità insopportabili e le necessarie misure di correzione per l'attuazione concreta del programma di governo che aveva consentito alla nostra lista la vittoria». Per Dinardo  «purtroppo le proposte che ho avanzato non hanno ottenuto il suo consenso e lei ha mancato di proporre alternative valide ed efficaci sebbene sembrava condividerne la necessità». Una situazione definita di stagnazione che «vede il suo apice nella perdurante mancanza di due assessori che non trova più neanche alibi nell'intento di mantenere gli equilibri necessari a condurre in porto l'ipotesi di una sua candidatura alla presidenza della Provincia», e che quindi spinge Dinardo ad invitare Condoleo «a non indugiare ulteriormente e a rivedere l'azione di governo». Puntando su «una riduzione della spesa pubblica» e su «un risanamento dell'ente» con «una profonda revisione della burocrazia e una efficace azione di legalità e trasparenza», l'assessore esplicita tutto il suo malumore enucleando nuovi punti di criticità che, a suo dire, costituiscono un neo nell'attività della maggioranza della Locomotiva. Quello che Dinardo chiede è «una seria indagine sull'attività del Consorzio Crescere Insieme», per l'amministratore comunale «pare che in quell'ente fondato e partecipato dal Comune, la gestione dei contratti e dei procedimenti amministrativi sia troppo disinvolta e che sia sempre più lontana dai canoni della legalità e finalizzata agli interessi clientelari di taluni soggetti politici coinvolti». Parole pesanti alle quali Dinardo aggiunge che «tale situazione discende dalla irregolare decisione presa inizialmente e mai rettificata di strutturare l'ente pubblico con personale che non proviene dagli enti costituenti il Consorzio ma dall'esterno, pare così - rincara la dose - che il segretario dell'ente non sia iscritto ad alcun albo dei segretari e che il responsabile del procedimento per i lavori pubblici non risulta iscritto ad alcun albo degli ingegneri e degli architetti e in ogni caso entrambi i soggetti pare siano stati individuati senza alcuna procedura concorsuale in spregio al costituzionale principio dell'imparzialità vincolante per le pubbliche amministrazioni». Inoltre, «sembra che alcuni contratti di lavoro autonomo siano stati posti in essere in violazione della normativa vigente e con singolari intrecci parentali con politici locali e dipendenti». Non risparmia nulla Dinardo che denuncia «una situazione che se fosse verificata sarebbe di una estrema gravità e di allarme», senza dimenticare di chiedere ragione del fatto che «gli interventi del Consorzio nel territorio abbiano sempre pregiudizialmente escluso la frazione di Paravati la cui popolazione è tanto bisognosa quanto discriminata». Per l'assessore comunale «in questo momento l'azione amministrativa del Comune e del Consorzio appaiono piegate alla costruzione di due candidature forti al consiglio provinciale nei due partiti maggiori (Pd e Pdl) nel segno del consociativismo esasperato e della conservazione della casta piuttosto che apparire sinceramente e disinteressatamente mirate alla tutela e protezione degli interessi della comunità». In conclusione, quindi, Dinardo insiste nel chiedere «un ripensamento nell'organizzazione degli uffici e dei servizi, con l'immediato allontanamento dei personaggi estranei che utilizzano abusivamente gli uffici vantando parentele con amministratori comunali, con l'eliminazione dei responsabili esterni che non sono stati risolutivi e per una politica improntata al rigore ed alla meritocrazia che veda i dipendenti chiamati alle responsabilità contrattuali e beneficiari dei diritti loro spettanti». Per poi chiudere la propria missiva con l'augurio «che l'atteggiamento del sindaco nei confronti dei singoli componenti del gruppo consiliare divenga sempre più di riconciliazione e di valorizzazione delle peculiarità di ciascuno» e che «quello del Comune nei confronti dei cittadini e delle categorie sociali sia sempre più di apertura alla partecipazione nel segno dell'inclusione piuttosto che dell'esclusione e dell'emarginazione».