Charlierìe

Panico a merenda


Una giornata tranquilla, serafica, liscia come l'olio.Pratiche che si disbrigano in poco tempo, se non si risolvono da se medesime.Pausa merenda. Krukken si mangia la sua uva. Io prendo la bottigliona da due litri d'acqua, svito il tappo, prendo il bicchiere con la sinistra, essendo la destra impegnata a reggere la bottiglia, prendo la mira del bicchiere ed ecco che appare.Lenta lenta, calma calma, zampina zampina, sbuca dal polsino del mio maglione, con le sue fetide antennine che sondano l'aere.Una cimice che sbuca dal mio braccio?!Un applauso al mio sangue freddo che mi ha impedito di urlare a squarciagola.Uno lieve, di applauso, perchè ho smanacciato istintivamente schifatamente violentemente, innaffiando tutta la scrivania.La zocc...bestiola si è, giustamente, arpionata all'orlo della manica. Mi è toccato dare un supremo scossone al braccio, schizzando acqua per terra e nel cestino della cartastraccia e nella sacca della pappa e su alcune innocenti pratiche.E la maledetta non s'è mossa minimamente, intuendo che qualunque mossa avrebbe scatenato ultrasuoni poco apprezzabili.Mentre Krukken, indifferente alla tragedia che avveniva a pochi passi da lei, continuava a mangiarsi i suoi acini (cosa ci vuole a lanciarne una gragnuola contro un mostro che attacca l'amica.collega.essere umano sofferente a lei vicino?) ho ripreso possesso delle mie facoltà a tal punto da riuscire a posare il bicchiere e a tirare una ditata alla bastarda che finalmente è precipitata al suolo. Zampe all'aria, alucce aperte scompostamente, stava annegando nella pozza idrica da lei causata.Ho avuto pietà, scampato un pericolo di enorme gravità si è fin troppo indulgenti. Non l'ho schiacciata, ho preso un foglio, l'ho raccolta (no, non l'ho asciugata), ho aperto la finestra e saludi!