Un blog creato da charliebrowna il 31/03/2006
Charlierìedel tappeto sbattuto in sull'uscio |
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La smutandata e' un soggetto difficile da catalogare. Essa e' spaccamaroni. Ma di professione. Cioe' ci si impegna proprio. Se ne fa un vanto. Recita a soggetto. Il suo. Un soggetto catalizzatore di insulti, di cui si nutre avidamente, senza che colpo alcuno la ferisca.
E quando sei il suo prescelto coprotagonista e' la fine. Prosciuga qualsiasi bacino di pazienza, di educazione, di buona volonta', di aggressivita' tu possegga. Niente da fare. Ti toglie ogni energia e poi con una risata raffaelliana (la Carra' non il Sanzio) prende la porta e se ne va.
Oggi ero io. Dopo avermi chiesto relativamente a pratiche di due mesi fa', pratiche che basta aprire la loro amabile cartellina e dentro si trovano tutte le ricevute possibili e immaginabili, ella aveva necessita' di scrivere. E mica prende una delle 803 biro sparse per la cella. No, te la chiede - Charlie, dammi una biro. E Charlie passa una biro. Ah ma e' rossa! E la butta sulla scrivania dandomi della stronza.
Ma, seppur stronza, vengo nuovamente interpellata chiedendomi se ci sono caramelle che ne ha voglia. No, e' da un bel pezzo che non se ne vedono, Smuty. Chiaramente non mi crede e si catapulta sulla succitata scrivania, brancando una scatola di latta dove solitamente tenevamo, per l'appunto, i momi. Scatola vuota, ma nello smottamento creato dalla diva la biro rossa rotola rotola e cade per terra. Ella bestemmia per l'assenza delle gommose, si gira e se ne va. Io le urlo di raccogliere la biro. Essa si ferma, ruota il capino e mi risponde che tanto e' sotto la scrivania, chi vuoi che se ne accorga, e sparisce.
Stronza. Io. Che son li' che rimugino su come sia possibile aver una casa lustra con le righe del copriletto parallele alle linee della carta da parati e al contempo fottersene altamente di una biro fatta rotolare per terra, e se lo puo' scordare che la raccolga io! che a casa ho il piumone buttato sul letto a casaccio.
E intanto prendo lo sbianchetto e ci metto il diluente e lo scuoto ben benino. Nell'agitare la boccetta mi scappa via e rotola rotola dove ti finisce? Vicino vicino alla biro.
E quando sei il suo prescelto coprotagonista e' la fine. Prosciuga qualsiasi bacino di pazienza, di educazione, di buona volonta', di aggressivita' tu possegga. Niente da fare. Ti toglie ogni energia e poi con una risata raffaelliana (la Carra' non il Sanzio) prende la porta e se ne va.
Oggi ero io. Dopo avermi chiesto relativamente a pratiche di due mesi fa', pratiche che basta aprire la loro amabile cartellina e dentro si trovano tutte le ricevute possibili e immaginabili, ella aveva necessita' di scrivere. E mica prende una delle 803 biro sparse per la cella. No, te la chiede - Charlie, dammi una biro. E Charlie passa una biro. Ah ma e' rossa! E la butta sulla scrivania dandomi della stronza.
Ma, seppur stronza, vengo nuovamente interpellata chiedendomi se ci sono caramelle che ne ha voglia. No, e' da un bel pezzo che non se ne vedono, Smuty. Chiaramente non mi crede e si catapulta sulla succitata scrivania, brancando una scatola di latta dove solitamente tenevamo, per l'appunto, i momi. Scatola vuota, ma nello smottamento creato dalla diva la biro rossa rotola rotola e cade per terra. Ella bestemmia per l'assenza delle gommose, si gira e se ne va. Io le urlo di raccogliere la biro. Essa si ferma, ruota il capino e mi risponde che tanto e' sotto la scrivania, chi vuoi che se ne accorga, e sparisce.
Stronza. Io. Che son li' che rimugino su come sia possibile aver una casa lustra con le righe del copriletto parallele alle linee della carta da parati e al contempo fottersene altamente di una biro fatta rotolare per terra, e se lo puo' scordare che la raccolga io! che a casa ho il piumone buttato sul letto a casaccio.
E intanto prendo lo sbianchetto e ci metto il diluente e lo scuoto ben benino. Nell'agitare la boccetta mi scappa via e rotola rotola dove ti finisce? Vicino vicino alla biro.
Non ho raccolto nessuna delle due, sia chiaro.
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L'autoritratto l'ho fatto io.
Le foto accanto al titolo è di Andy Bell e quella in fondo alla pagina sul sito del National Geographic.
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