MillePiedi

Capitolo uno. Tempo al tempo.


Scritto da scalzasempreCi sono storie che nascono dentro la storia o una storia. E nell'intreccio sviluppano quel compiuto che apporta un tempo nuovo in un tempo che è già stato, anche nel dimenticato. Perchè fondamentalmente alcune abitudini, al di là delle mode e dei momenti sociali, restano quei gesti semplificati, nelle linee dipinte dalle dita di pittori improvvisati che ispirati dalla semplice visione della Vita, hanno immortalato il riflesso della visione stessa. Anche la Vita fa così, compagna degli uomini e del tempo che nasce un qualsiasi giorno, di un qualsiasi anno, in un qualsiasi posto. Come quel mattino, che il sole era già sorto e le ombre disegnavano un profilo più corto della figura. Koku camminava per certi sentieri vicino ai campi e si era ricordato di quel giorno che quel vecchio che puzzava di latte di capra, gli aveva insegnato a leggere le ombre per comprendere il tempo. Misurava con un bastone e poi si metteva a fare i segni sulla terra. A koku piaceva la terra, perchè era compatta ma se metteva le sue mani dentro, diventava morbida, friabile. Si lasciava penetrare, lavorare, accarezzare nel profondo. A koku piaceva anche Laika e la guardava sempre con quella voglia di restarle vicino, tanto vicino. Lei camminava un po' più dritta ed era anche un po' più forte. Ma forse certi ragionamenti neppure servivano a capire il perchè. Gli piaceva punto e basta. Anche al cane di Koku piaceva Laika. Ma poi il cane era morto e Koku aveva deciso che era proprio lei che sarebbe diventata la sua compagna. Mentre camminava pensando a tutte queste cose perchè non aveva niente da fare, sentì un urlo arrivare dal bosco che si trovava nella direzione delle montagne più alte. Avrebbe dovuto correre ma un uomo con sette lance dalla punta di pietra [perchè il metallo fu scoperto da un suo pro[tanto]nipote duemila anni dopo], lo guardava con aria inferocita.
Questa è laika disegnata da koku.Il prossimo blogger invitato e' reduced noise