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Una Notte Sola.


Luca si trascinò via.Intravide nella ringhiera del balcone una salvezza,e con fare riservato, le si accostò impugnandola con entrambe le mani come si fà con un ramo sul ciglio di un burrone.Nessuno lo poteva notare.Tirò fuori una paglia e vi respirò dentro un paio di volte.Intanto alle sue spalle, quella festa,quella dannata festa, ingurgitava alcool e gente senza contegno alcuno.Si sentiva ferito,aveva riposto le sue speranze in questa lunga giornata, e senza nemmeno pensarci un momento, le si era concesso cercando di apparire più disinvolto del solito.Aveva oltrepassato il suo essere nel calcolare con minuziosa malizia, ciò che avrebbe dovuto dirLe e concederLe per non rischiare di apparire troppo audace ma nemmeno sembrare troppo impacciato.…Impacciato?...pensò… Imbecille! Semmai.Lei non lo aveva degnato di uno sguardo,o per lo meno,dello sguardo che lui si aspettava.LEi lo aveva lasciato solo,o "con gli altri" che tanto era lo stesso.Se ne stava lì ad ammirarla giocare tra la gente senza badare ai suoi occhi che non avevano di certo altro da fare ,se non rubarle le movenze,i gesti.…Sei proprio un imbecille… si disse.Sentì il tabacco rendere più amaro il sapore.Strinse i pugni, li rassegnò.…Bene.Fine della sera….sbottò calando il sipario.Così fece un ultimo lunghissimo ,quasi nostalgico, respiro e lanciò via le speranze che aveva avuto,aggrappandole alla cicca stessa.Con passo deciso ripercorse il sentiero al contrario.Non degnò se stesso di uno sguardo.Aveva un obiettivo chiaro: raggiungere in tutta fretta la porta e guadagnare la notte.Sgattaiolò fuori sentendo addosso la tentazione di voltarsi per vedere ancora Lei ed il suo diavolo di mondo.Fù più forte, stavolta.All’altezza del portone, là nel mezzo del cortile e della notte, dove ormai più nessuno avrebbe potuto fermarlo né vederlo, si sentì d’improvviso solo.Solo come la Luna nella quale si apprestava ad entrare.Pensò che riporre speranze così profonde, così tenere per qualcun altro, alla fine se malamente respinte, erano troppo dure da sopportare.E così Fece l’errore più grosso che un essere umano possa fare: cominciare col pensare che non lo avrebbe fatto mai più.Alzò le spalle,si sentì ferito.Riprese a camminare stando attento a dove riponeva i piedi sulla strada.Fù dolce il momento.Perché Lei lo rincorse, lo afferrò per un braccio tenuto fino ad allora nelle tasche e senza nemmeno riprender fiato, disse:…Se tu vai via, io non potrò più far finta di ignorarti…Probabilmente un cuore si riempì di gioia.