A TE...
I tuoi occhi vedranno un nuovo mondo
Il tuo sorriso sarà il nostro
Il tuo volto ci illuminerà
Il tuo cuore ci amerà
La tua anima ci guiderà
Vola splendido Angelo
...LA VOGLIA DI ANDARE AVANTI...
Questo blog andrà avanti, continuerà ad essere presente, è inutile abbandonare, gettare la spugna, rincorrere la serenità non è un'opera vana ed inutile.
Insieme a questo spazio, porterò avanti anche un nuovo spazio, aperto a tutti coloro vogliano condividere gli argomenti che verranno trattati.
« Un Grande Uomo, Giovanni... | ... che rumore fa la felicità? » |
Questa mattina, quando ho appreso la notizia del terremoto in Abruzzo sono ritornato indietro nel tempo, a quel 23 novembre 1980, a quella sera di una giornata che era trascorsa tranquilla, ad una giornata anormalmente calda per il periodo quasi invernale, ma alle 19:34 la mia terra ha avuto un sussulto, ero al telefono con uno zio, quando mi avverte che la terra da lui stava tremando, 50 chilometri ci separavano ma dopo pochi secondi anche io ho avvertito un vuoto alla testa, un attimo in cui tutto sembrava calmo, poi un vento che proveniva da ogni luogo e si propagava nella stanza, e tutto ha cominciato a perdere stabilità.
Il tempo di realizzare, prendere per mano i miei genitori e uscire fuori, quattro piani discesi senza troppa fretta, arrivare in strada ed ancora sentire quel movimento, quel rumore silenzioso ed assordante, polvere, l'aria rarefatta, tutto irreale, poi finalmente la calma, una calma apparente, ritrovarsi tutti in strada con la stessa smorfia sul viso, quella dell'incredulità, della perdita dell'orientamento, lacrime, abbracci, è tutto finito, ma resta la paura del'impotenza difronte a tanta forza della natura.
Che fare, dove andare, il pensiero dei propri cari, dove sono, cosa gli è accaduto, non era possibile comunicare come oggi e l'angoscia comincia a possederti.
Dove trascorrere la notte, in macchina, negli spazi liberi lontano dai palazzi, intanto cominciano ad arrivare le prime notizie di crolli, di feriti, di morti, e questo riaccende la disperazione.
Il tempo passa, poi ancora quell'attimo di calma che precede un'altro sussulto, il rumore come di una freccia scoccata da un arco gigantesco, sono i fili elettrici fra i palazzi che si tendono all'inverosimile e poi scoccano come una fionda.
Le luci dell'alba rubano spazio all'oscurità ed illumina i luoghi a te familiari, ma stenti a riconoscerli, manca qualcosa a quel paesaggio, non hai più punti certi di orientamento tutto si è modificato nel giro di pochi minuti.
So come stanno vivendo questi momenti i cittadini Abruzzesi, ed a loro va il mio pensiero e la mia solidarietà, alle vittime, a coloro che non ce l'hanno fatta una preghiera.
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