Succo di tricheco

filosofeggiando


Metto solo ora questo post scritto martedì sera (purtroppo a casa non ho il collegamento ad internet e quindi non posto mai in tempo reale...)Buio.Dalla finestra si vedono in lontananza le auto sfrecciare, ignare degli occhi che le stanno attentamente osservando. L’unica fonte di luce e suoni nella stanza è lo schermo del pc, aperto sul word processor e con gli mp3 in playlist.Le dita si muovono senza esitazioni sulla tastiera, andando a formare quello che poi, probabilmente, risulterà essere il delirio di un ubriaco. O semplicemente i pensieri sinceri di una mente libera…Un altro sorso di birra… bene. Ora sono pronto per far fluire quel che mi passa per la testa.Il mondo corre. Non sa dove, ma corre. Tutti corrono, tutti corriamo. Il problema è quando ci si ferma… la domanda nasce quindi spontanea: dove sto andando? Anzi: devo necessariamente andare da qualche parte? È strano fermarsi ed osservare gli altri. Guardarli correre, fermarsi, gioire, arrabbiarsi, amare, odiare, vivere, morire…Ricordati, il destino non ti guarda in faccia mai…È strano fermarsi: il mondo sembra così veloce e sfuggente quando lo si guarda dal di fuori. E poi, ogni tanto, vuoto, silenzio. Fino a che il viavai riprende, come se niente fosse, come se nessuno si curasse di quegli occhi che osservano. O come se nessuno li vedesse…Non so se sia solo un mio pensiero, ma sono convinto che nel farci travolgere dalla frenesia del mondo ci stiamo perdendo gli anni e le cose migliori, importanti, della vita. Il mitizzare è ormai parte integrante del nostro pensiero, il che ci porta a non considerare, o, meglio, a non vedere quello che ci circonda, a dare alle cose il giusto peso, la giusta importanza. Ma qual è poi la misura del "giusto"? Beh, penso che ognuno abbia la propria, però son anche convinto che chiunque di noi si accorge quando qualcosa supera il limite. Nel bene e nel male, in alto o in basso, in più o in meno.Strano che io, che i limiti non ho mai saputo cosa siano, parli proprio di superarli o meno. Una volta una persona mi ha detto che sarei diventato saggio nel momento in cui sarei riuscito a riconoscere i miei limiti. Beh, secondo me la saggezza non è tanto il saper riconoscere i propri limiti, ma il saperseli porre. E poi cercare di superarli per spostarli sempre un po’ di più… e quest’ultimo io lo chiamo coraggio.Intendiamoci, superare il limite non significa necessariamente esagerare, talvolta superare un limite significa anche riuscire a non far nulla.Sono un ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato un sogno…Altro bellissimo argomento: i sogni. Tutti ne abbiamo, tutti li rincorriamo finchè, prima o poi, riusciamo a realizzarli. E una volta realizzato un sogno eccone nascere subito un altro, ed il circolo si chiude. La fine (nel bene e nel male) di un sogno altro non è che l’inizio di uno diverso. Il problema è capire quando un sogno finisce ed un altro sta cominciando...E se non riuscissimo a realizzarne nemmeno uno, beh, allora significa che avremo avuto una vita spesa bene, nel migliore dei modi: sognando!Sometimes I feel I’m gonna break down and cry, nowhere to go, nothing to do with my time…Certo. Anche le delusioni fanno parte dei sogni. Anzi, sono la prova che noi viviamo sognando. E più grande è la delusione più grande è il sogno. E più grande è un sogno tanto più noi ci impegniamo con tutti i mezzi a nostra disposizione per perseguirlo. E più ci impegniamo nel realizzare un sogno più togliamo energia al resto. E più energie togliamo al resto meno ci resterà quando (nel bene e nel male) il nostro sogno non esisterà più… e quando il nostro sogno non esisterà più (perché lo abbiamo realizzato o perché è, per qualche ragione, svanito) possiamo fare solo una cosa: trovarne un altro. O, meglio, capire quale sia il prossimo. Non vale certo la pena buttar via tutto solo perché un sogno non si realizza!C’è chi sogna l’amore, chi la fama, chi il potere, chi la ricchezza, chi la gloria… e chi un mix o addirittura tutto questo!E io? Io che sogno? Non lo so. Non sono mai stato bravo a rispondere alle mie domande, a guardarmi dentro con la necessaria freddezza e distanza da potermi analizzare. Meglio così, altrimenti sarei un robot. Invece, per fortuna, ho una componente emotiva (e per questo UMANA, per definizione) molto sviluppata. Che mi permette di sognare. Sempre.Per il resto……forse la vita la capisce chi è più pratico…Io non credo di capirla molto, però so che vale la pena viverla fino in fondo. In effetti, non puoi mai sapere cosa accadrà domani. Il più grande dono che Dio abbia fatto al genere umano è stato quello di non poter conoscere il proprio futuro. E sono d’accordo.Stop. È finita l’ora del viavai (in tutti i sensi) ed anche la mia birra… il genere umano, almeno in questa parte del mondo, ha deciso che per ora è arrivato il tempo di fermarsi. O di cominciare… Fino a domani.It’s a wonderful wonderful life…ave pueblo!