Succo di tricheco

scelte


Uau... Due sere di fila in cui riesco a riversare un po' di pensieri nel cyberspazio!!Stasera, oltre alla sana stanchezza sportiva, c'è anche la mia fedele slalom a tenermi compagnia nell'elevarmi lo spirito.In questi giorni ho avuto il tempo materiale di non far niente, per cui la mia mente, non essendo impegnata in attività lavorative, può liberamente esercitare il lavoro che predilige: porsi dei quesiti.E questi quesiti nascono inevitabilmente da delle situazioni di vita vissuta che mi trovo, volente o nolente, ad affrontare.Le circostanze attuali mi pongono davanti ad un dilemma professionale, un dissidio molto forte che necessita di una scelta ben ponderata. E, come ogni bivio impone, non sarà facile rinunciare ad una delle parti: un po' di sicurezza economica (con tutte le rinunce che ciò impone) o divertirsi in cambio di un misero stipendio (con tutte le rinunce che ciò impone)? Il problema però non si riduce a questo. No. Sarebbe fin troppo semplice scegliere (e chi mi conosce lo sa). Il problema, fondamentalmente, è un altro. Sono consapevole del ruolo che rivesto a livello professionale e, per quanto difficile e delicato esso sia, mi piace. Sono contento di quel che faccio (oltretutto, senza peccare di presunzione, penso di farlo discretamente bene). E qui nasce spontanea una domanda: quale delle due situazioni sopra descritte mi permette di svolgere al meglio l'unica cosa che so veramente fare nella vita?In un libro che ho letto tempo fa (e di cui, mi vergongno ad ammetterlo, non ricordo il titolo) l'autore sosteneva che le decisioni importanti, riguardanti qualcosa di personale, vengono prese a priori, a livello inconscio, "a pelle". Anche dopo aver valutato con razionalità e pesato i pro ed i contro tra due opzioni, talvolta siamo comunque spinti verso la soluzione, per così dire, più sfavorevole. Perché questo? Beh, semplicemente perchè, ogni tanto, la natura non si dimentica delle nostre origini animali e, fortunatamente, annulla le strutture mentali superiori in favore dell'istinto di sopravvivenza...A volte l'intelletto (nell'accezione più pura e nobile del termine) si trasforma da lume e sostegno in un grosso fardello che, se anche non rallenta, comunque appesantisce la nostra esistenza.ave pueblo!