Fiumecheva

"Lo specchio"


12.Le apparve il volto di sua madre.Sua madre una donna difficile. Una persona con tante malattie reali e non,sempre in lotta contro tutto e tutti, anche contro se stessa. In lotta contro quel corpo che non sentiva suo e del quale dava la colpa alle gravidanze.E poi gli sbalzi d’umore e quel suo continuo voler essere al centro dell’attenzione e il suo essere vendicativa.I suoi fratelli  e lei spesso camminavano in punta di piedi, o meglio come su una corda tesa.Non si poteva mostrale di essere troppo felici perché lei felice non era e nonsi poteva essere troppo tristi perché nessuno lo era più di lei.In perfetto equilibrio tra l’essere e non essere felici.“Mamma!” di nuovo sussurrò tra se e se.Stupita si toccò la guancia e il riflesso sullo specchio fece la stessa cosa.Lasciò cadere la mano lentamente e le dita impolverate scivolando sulla guancia lasciarono tracce scure.Mamma era ancora un dolore lancinante al cuore.“Mamma!” si ripeté.“Mamma? Sei nel capanno?”Si riprese dalla sorpresa e sorridendo uscì dal capanno. Sua figlia che l’aspettava fuori le chiese: “Che cosa ti sei inventata oggi?”  e poi guardandola si mise a ridere. “Ma guardati hai il viso sporco come una bambina!”Lei rientrò un attimo di nuovo nel capanno e prese delle forbici e una sega,uscendo guardò di sbieco di nuovo lo specchio, lei non c’era più.“Oggi si pota!”E ridendo si pulì la guancia impolverata con il bordo della maglietta che indossava.