Fiumecheva

Accade che...


Sono nella veranda della sala da pranzo, seduta in una vecchia poltrona con a fianco il mio nipotino di quasi tre anni. Stiamo mangiando noci e semi di zucca. È un rito ormai. Io sbuccio i semi e lui li mangia“Sei proprio uno scoiattolino”“Tu sei nonna scoiattolo!”E mi porge un pezzetto di noce che io velocemente mangio.È felice e ogni tanto appoggia la testolina sulla mia spalla. Ho il cuore gonfio.“Sei il mio cocchino? Sei il cocchino della nonna!”“No tu sei cocchina!”“Io sono la tua cocchina?”“Allora siamo due cocchini, tu il mio e io la tua?”Fa sì con la testolina, mentre con la bocca piena mastica i semi.“Mangione! Ne hai messi troppi in bocca!”Lui mi sorride con lo sguardo da furbettoTira un forte vento, che fischia tra i tetti e agita paurosamente i pini difronte a casa, ma noi siamo al riparo.“Nonna, quanto vento!”“Eggià! Speriamo non butti giù i nidi degli uccellini!”Guardiamo tutti e due preoccupati le chiome che ondeggiano.A volte ci mettiamo seduti sul dondolo, nei nostri pomeriggi in veranda, e mentre il sole filtra tra i rami, tra un gioco e la lettura di qualche favoletta,  restiamo in ascolto del canto degli uccelli, è rilassante.Il cinguettio degli uccellini è il nostro sottofondo musicale, siamo preoccupati per loro. E per tutto questo vento.Ma qualcosa ci distraeSi apre all’improvviso il cancello elettrico.Guardare l’orologio è un arco riflesso.E’ mio figlio, il padre del piccolo, che torna dal lavoro.Entra col furgone rosso della ditta per cui lavoraE accade che, è un attimo, la gola mi si chiude e le lacrime pungono le ciglia.Sono qui seduta su questa vecchia poltrona, vecchia e cigolante come me, e nello stesso tempo sono proiettata in un’altra epoca. Anche allora dal cancello entrava un furgone rosso. Rosso era il colore che avevo scelto io. Non aveva insegne, ma ci avevo applicato delle lettere adesive per formare il suo nome e così tutti, in città riconoscevano il suo furgone.Nonno scoiattolo ormai manca da due anni e scoiattolino non può ricordarlo,aveva solo nove mesi.Il cuore fa male. Sospiro.Accade che a volte al colmo della felicità, nei momenti più sereni, sprofondi nella malinconia.Mi riprendo e guardo orgogliosa mio figlio che abbraccia suo figlio.