Fiumecheva

Cicoria ( o radicchio selvatico), il fiore guardiano


In appezzamenti dimenticati, non calcati dal passo parassitario dell’uomo, fiera ai bordi delle strade e tra le macerie di un edificio, possiamo ammirare un giovane cespo o un più maturo fusto dall’andamento sinuoso, alla cui sommità spicca un’infiorescenza bianca o celeste, che all’alba tende al cielo i teneri petali, accogliendo come in un abbraccio ogni singolo raggio solare, e al tramonto saluta delicatamente la luce, custodendo l’androceo e il gineceo in un sogno segreto.
Per tale caratteristica, una leggenda legata alla cicoria narra che il fiore celeste nacque dalla metamorfosi di una bellissima fanciulla di cui era innamorato il Sole; il quale, infuriato dal sentimento non corrisposto, la condannò per l’eternità a osservarlo, da mattina a sera. Un’altra leggenda, invece, narra che una fanciulla abbandonata dal suo sposo, e affranta dal dolore, espresse una preghiera con la quale desiderava morire cessando così le sue pene, e rimanere in vita affinché potesse rivedere il suo amato; la divinità esaudì le sue parole e, rendendola il fiore bianco della cicoria, la distribuì per tutte le strade in cui il suo amato sarebbe passato.
Il fiore della cicoria, tuttavia, contiene una varietà di significati: innanzitutto quello di un amore forzato; poi, di un’attesa dolorosa, tra amato e amata; e ancora, con il legame al Sole, scandisce la rivalità di un incontro impossibile, tra la notte e il giorno; mentre, secondo Charlotte de Latour, simboleggerebbe frugalità.(autore:Dario Orphée La Mendola )