Fiumecheva

"Ci vediamo domani..."


"Si erano dati appuntamento su quella panchina. Veramente era stata lei a decidere luogo e orario.Prima di uscire di casa non era neppure passata davanti allo specchio, già il giorno prima aveva stressato quel povero specchio, quanti difetti si era trovata. E poi il vestito, quale avrebbe indossato? Perchè si dice che l'abito non fa il monaco, ma poi è come ti presenti che parla di te.Già, alla fine l'abito parla di te e un abito che non sei abituata a portare, che ti fa sentire a disagio può essere anche il più bello del mondo che magari ti sta pure benissimo, ma risulterà sempre come una nota stonata.E quindi si era guardata un'ultima volta:" Io sono questa. Jeans, scarpe comode e cappelli raccolti"E quindi arrivati al luogo dell'appuntamento si era avvicinata alla panchina con una certa sicurezza che se ne andò quando vide che la panchina era già occupata. Un uomo era seduto proprio si quella panchina e guardava un po' nervoso l'orologio.Lei non lo aveva mai visto, si erano parlati al telefono, scambiati messaggi e scritti e-mail. finchè la curiosità li aveva portati a quell'appuntamento quasi al buio. Quasi, perchè lui una sua foto l'aveva ricevuta, magari non tanto chiara,ma lei no, lei non lo aveva mai visto.Si avvicinò alla panchina, stavolta non tanto più sicura, per un attimo lo sconosciuto incrociò il suo sguardo, ma non fece nessun segnale. Decisamente un bell'uomo, ma non era di certo il suo tipo, ma indecisa tra il andare oltre e fermarsi, alla fine prevalse l'onestà di mantenere la parola data e si sedette sulla panchina come stabilito.Lo sconosciuto continuò a ignorarla, poi al passaggio di un altro uomo, scambiò con lui uno sguardo d'intesa, si alzò e se ne andò. Sollevata (decisamente non le piaceva) e delusa (e se lo sconosciuto avesse prepararto un piano di fuga e vedendola avesse deciso di ignorarla?) rimase per un po' smarrita ad aspettare, poi un altro sconosciuto chiamandola per nome si sedette accando a lei, ci furono momenti d'imbarazzo, poi lui vedendo che lei aveva freddo proprose di entrare nel locale vicino e magari prendere qualcosa da bere. Iniziarono a parlare e una volta seduti al tavolino la conversazione si era già fatta fitta. In alcuni momenti ebbe la sensazione di conoscerlo da sempre e le ore volarono. Quante cose si possono raccontare in un pomeriggio! A volte con le mani appoggiate sul tavolino le loro dita si sfioravano, in certi punti del racconto di lui, lei aveva tentazione di prendergli la mano, mai si era sentita tanto a suo agio con qualcuno, figuriamoci con uno sconosciuto. Donna con la testa fra le nuvole, ma sempre coi piedi ben piantati a terra, una volta usciti dal locale mentre lui l'accompagnava alla macchina, difficilmente riusciva a mantenere il contatto del suolo e non aveva nessuna fretta di tornare a casa.Poi di nuovo quella sensazione di imbarazzo nel lasciarsi, un bacio a fior di labbra, inaspettato per lei, al quale risponde con la sua solita timidezza, smarrita e impacciata...."Domani. Ci rivediamo domani"...E domani sembra così lontano.....
"Cuore fragile, cuore testone che fai sempre quello che ti pare, non farmi soffrire, stattene quieto per un po', non avere fretta."Arrivata a casa un sms di lui la fa di nuovo sorridere e ancora una volta con uno sforzo deve mantenere il contatto con la terra."Cuore fragile, cuore testone che fa sempre quello che gli pare, ti prego rimani così, senza fretta e rallenta i tuoi battiti."Ma il cuore, si sa, non da retta mai, che cosa combinerà questa volta?...."