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"Lo specchio"

Post n°1137 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da fiumecheva
 

18.

Si girò verso la siepe, attraverso poteva scorgere la casa dei suoi genitori,dietro la casa tanto tempo fa c’era un grande susino, l’ombra di quel susino era il suo posto preferito. Quando i frutti erano maturi, si arrampicava tra i suoi rami per raccoglierli e mangiarli, lì, sul posto. Sua madre, quando la scopriva sull’albero la rimproverava e le ordinava di scendere immediatamente,la sua preoccupazione era che lei potesse scivolare e farsi male seriamente. Ma lei, bambina testarda, ogni volta, cercando di non farsi scoprire, risaliva sull’albero, di lassù il suo orizzonte si ampliava e lei si sentiva felice, Ma un giorno le previsioni di sua madre si avverarono e lei cadde malamente e si fece molto male. Ferita nell’orgoglio trattenne le lacrime e resistendo al dolore non disse nulla a nessuno. Ci vollero parecchi giorni prima che il dolore al suo lato B passasse, ma lei resistette per non darla vinta a sua madre.
Ora però, ripensandoci dopo tanto tempo, il dubbio che forse sua madre loavesse capito, la fa sorridere.
Comunque ripresasi da quell’incidente, il vizio di salire sugli alberi non lo perse, fu il tempo e l’età che piano piano le tolsero l’incoscienza .
Sotto quell’albero però si nasconde un altro segreto….

"Su, gettalo nella buca assieme agli altri!"
"Ma babbo! Si muove, respira ancora!"
Lei lo teneva fra le mani, il corpicino del cucciolo era freddo, ma ancora simuoveva, non aveva più neppure la forza di lamentarsi, neppure un mugoliousciva da quella piccolissima bocca che si apriva appena per prendere piccoli erapidi respiri.
"Dai, non c'è più nulla da fare, è praticamente morto..."
Laika, il loro pastore tedesco, la notte prima aveva partorito e non si capìmai per quale motivo, invece di occuparsi dei cuccioli, come tutte le mamme ecome pure Laika aveva sempre fatto anche per le cucciolate precedenti, liabbondonò a se stessi.

Era un febbraio freddissimo, pochi giorni prima aveva anche nevicato, è così chesuo padre e lei trovarono i cuccioli ormai morti assiderati.

"Babbo,ti prego, aspettiamo che almeno smetta di respirare!"
Suo padre si lasciò convincere
"Va bene, dopo chiudi tu la buca per favore."
E poi se ne andò a lavorare.
Lei accarezzò felice il cucciolo, col mignolo gli sfiorò il musetto e lui per tutta risposta iniziò a succhiarlo.
Il suo corpicino era ancora tanto freddo allora lei lo avvolse nella sua sciarpa che legò alla vita come fosse un marsupio, tenendolo sotto il maglione e al giubbotto largo intendeva scaldarlo e soprattutto nasconderlo alla vista di tutti. Coprì la buca e andando verso casa s'incontrò nuovamente con suo padre
"Fatto?"
Rispose con aria triste.
"Sì,fatto!"
Sentì il cucciolo muoversi sulla sua pancia, dentro al marsupioimprovvisato, il corpicino iniziava a prendere calore e velocemente si diressea casa.
Aveva tutto: biberon, latte in polvere, borsa per l'acqua calda e soprattuttotanto amore. Non era la prima volta che le capitava di allevare un cucciolo conil biberon, vivendo in una fattoria, quante cose possono accadere.... 
Però un cucciolo così piccolo? Quante possibilità poteva avere?
La ragione lo sapeva, ma il cuore le diceva di tentare.
La prima poppata fu un successo, e la illuse di potercela fare, come pure la seconda e poi la terza.... 
E tutto questo lo fece di nascosto a suoi famigliari, non voleva sentirsi dire che stava perdendo il suo tempo.
Ogni due ore, prendeva una scusa e andava a controllare il cucciolo che aveva accuratamente nascosto in un armadietto del bagno di servizio dove nessuno metteva mai le mani. 
Avvolto in una morbida coperta di pile il piccolo aveva persino iniziato a fare dei deboli mugolii e il rischio di essere scoperti cresceva, ma poco importava se i lamenti si fossero fatti più forti, significava che ormai era salvo.
Calore, pappa e coccole...
Ma durante la notte peggiorò, si raggomitolò sulla sua mano e smise direspirare.
Nessuno in casa si accorse di nulla.
Seduta al bordo del bidè, lei continuava a coccolare quel piccolo essere che nonriusciva a lasciare andare.
Uscendo dal bagno s'incontrò con suo padre
"Ma che hai? E' tutto il giorno che fai su e giù, hai una faccia!"
"Mal di pancia, ma è passato ormai.... Tutto finito... 'notte."
" 'notte!" Rispose suo padre guardandola perplesso.
" 'notte cucciolo!" Pensò.
Stava sul palmo di una mano eppure le aveva lasciato un buco enorme nel cuore.
Lo aveva scaldato, massaggiato e così facendo aveva prolungato la tua agonia, esi sentiva stupida , ma soprattutto egoista per averlo fatto soffrire inutilmente, si aspettava un miracolo che non era accaduto.
I miracoli non esistono!
Il giorno dopo, sempre senza farsi notare dai suoi genitori, fece una buca proprio sotto quel susino.
Ora quell’albero non c’è più. Negli anni si era ammalato ed era diventato pericoloso, quindi suo padre lo abbatté. 
Una lacrima rimase in bilico tra le palpebre e le ciglia. Sospirò e con disappunto del gatto che aveva sulle ginocchia si alzo dalla panchina e si mise a rastrellare le foglie secche dal prato


 
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