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E continuo a camminare

 

 

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Correvo veloce

Post n°1166 pubblicato il 05 Agosto 2020 da fiumecheva
 

Correvo veloce.
Oh si! Come correvo!
Vento tra i capelli, sulle zolle appena arate nei campi.
L’odore della terra smossa inebriava, era fresca e umida.
Non ero sola, i miei fratelli mi seguivano in quasi ogni impresa.
Una vita fa.
Ma io ancora corro come il vento dentro di me e l’odore della terra mi dafelicità totale.
E ci sono ancora i miei fratelli accanto a me.
Ci sono giorni che il camminare mi fa sentire parte del suolo che calpesto,come se radici sottilissime si diramassero nel profondo fino ad arrivare al cuoredella terra.
C’è stato un periodo della mia vita in cui al mattino al risveglio invece dibuongiorno come prima parola pronunciavo “Vaffanculo!!!!”.
 Vaffanculo, è di nuovo giorno.
Vaffanculo a questa vita che chiede solo e soltanto.
Ora mi alzo e felice mi dico:” Wow! Sono ancora qui!”
 La vita non ha smesso di pretendere, ilgiorno nuovo spesso è la ripresa delle difficoltà del giorno prima. Ma sonoancora qua e la voglia di combattere non mi è passata.
Quest’anno ho compiuto sessant’anni, e mi sento vecchia.
Non è la “nonnitudine”, no, anzi, il mio piccolo scricciolo, mi fa sentire piùviva che mai e soprattutto al posto giusto.
No, è semplice consapevolezza, che io vivrei bene se non fossi qui in questaepoca fatta di momenti effimeri e superficiali.
Ho compiuto sessant’anni in un anno strano, fatto di chiusure e semi riapertureche mi ha tolto la libertà di respirare e mi ha fatto scoprire ancora di piùquanta gente è cattiva e incoerente.
Un giorno, le stesse persone, sono al balcone a sparare al vecchietto solitarioche passa e pochi giorni dopo sono in giro per ristoranti e spiagge. Un giornopiangono miseria e pochi giorni dopo vanno in vacanza a destra e a manca (manon erano senza soldi?). Un giorno piangono per gli amici lontani, poi quandofinalmente si possono incontrare…. Ma per carità che mi stia lontano!
Questo anno strano ha fatto emergere tanti affetti da bipolarismo.
E io? …. Forse qualche segno è rimasto anche su di me
Ho bisogno di pace e lentezza, di piedi ben piantati a terra, che a correre cipensa il mio cuore.
La mia famiglia si unisce di più nelle difficoltà.
Ma spesso mi accade, ultimamente, che nel colmo della felicità nell’osservarela mia famiglia, io mi senta come in una bolla.
Sono nella mia bolla e vedo i frutti della mia vita andare avanti senza di me.
Sono felice, ma anche triste…. No… non triste… non so….
Vado i giardino a sentire la terra sotto i piedi…
sono parte di questo….
Il cuore della terra mi chiama.

 
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