Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

Messaggi di Luglio 2007

Post N° 421

Post n°421 pubblicato il 21 Luglio 2007 da fiumecheva
 
Foto di fiumecheva

Era seduta al tavolino del bar, all'aperto, in un posto esposto al sole.
Per una volta era decisamente in anticipo sull'orario dell'appuntamento, e con gli occhi semichiusi assaporava il sole e cercava d'immaginar la sorpresa di lui che finalmente non avrebbe dovuto aspettare.
Lei era una ritardataria cronica, non lo faceva apposta, ma, ogni volta che aveva un appuntamento, sebbene si preparasse con largo anticipo, accadeva sempre qualcosa che la faceva ritardare.
Ma oggi....
oggi s'era impegnata al massimo e finalmente era riuscita nel suo intento.
Adorava quell'uomo che da due anni la rendeva finalmente una donna felice e appagata.
Un'ombra le si parò davanti, così controluce non riuscì a distinguere bene la persona che le era davanti, ma quando sentì la sua voce lo riconobbe subito, sebbene biascicasse un po' le parole.
Lei s'irrigidì.
"Ciao! Finalmente ti ho ritrovato!"
Lei gli rispose con voce dura:
"Che cosa vuoi? Ci siamo già detti tutto mi pare."
"Voglio te, lo sai."
"Senti, lascia perdere e poi fra poco deve arrivare Mirko, preferirei che non ti trovasse qui."
Lui si avvicina a lei che rimane seduta incapace di alzarsi e andarsene.
"Stai ancora con quell'animale?"
"Tu.... tu non ti devi permettere...."
Lui si piega su di lei e con le mani le afferra le gambe poco sopra il ginocchio e le stringe con forza,
lei sente i pollici che premono fino a farle male,
il viso di lui si fa più vicino e lei ha modo di sentire il suo fiato pesante, è chiaro che ha bevuto, sibilando la insulta:
"Tu... tu sei solo una troia ecco quello che sei ... "
Ma poi il tono si fa più dolce, il suo sguardo è annebbiato:
"Tu sei mia.... Io ti voglio e ti avrò..."
Le sue mani continuano a stringere le gambe, lei non riesce a muoversi, ma poi un pensiero l'attraversa e la rabbia inizia a montare dentro di lei.
Domani di certo si ritroverà dei lividi sulle gambe....
Se l'era giurato,
mai più lividi,
mai più avrebbe permesso a qualcuno di trattarla in quel modo.
Mai più.
Con grande sforzo solleva entranbi i piedi e con tutta la forza che riesce a trovare assesta un bel calcio nello stomaco di lui.
La sedia si sposta all'indietro fino ad appoggiarsi alla parete del bar evitando a lei di cadere, mentre lui ruzzola indietro fino a sbattere la nuca, in malo modo, sul marciapiede.
I pochi avventori del bar che erano presenti in quel momento iniziano ad avvicinarsi e a fare domande:
"Sta bene signorina?... Chiamiamo la polizia?...Ma cosa è accaduto?.... ci pensiamo noi a lui..."
Lei si rialza dalla sedia ancora sconvolta, ma dice a tutti che non è accaduto nulla di grave e che tutto è a posto ora e li prega di non preoccuparsi.
Ma le persone non si allontanano troppo, lui tramortito si sta riazalndo e si tocca la nuca dolorante e poi passa la mano sul viso e inizia a piangere,
lei che stava per andarsene si gira a guardarlo.
Ora il suo sguardo non è più furioso, quell'uomo che piange le fa solo pena:
"Scusa.... perdonami.... io non volevo... perchè non riesci a perdonarmi.."
Ma lei non parla, è stanca di ripetere sempre la stessa cosa, si gira e se ne và.
"Ti prego...."
Ma ormai lei non lo sente più.
In lontananza vede Mirko avvicinarsi, anche lui la vede e le sorride, con la mano la saluta. Lei sfodera il suo sorriso più bello e gli corre incontro:
"Brava! Per una volta sei puntuale finalmente!"
"Piaciuta la sorpresa amore?"
Lo bacia trafelata a fior di labbra
"... Senti pensavo, perchè non andiamo al parco oggi?"
"Ora?"
"Ora. Si dai, è tanto che non ci andiamo..."
Lei lo guarda con quegli occhioni da cucciolo e lui non può far altro che asseccondarla, le bacia la punta del naso:
"Va bene, vita mia, andiamo al parco..."
Le gambe di lei ancora tremano un poco, ma ora è vicino all'uomo della sua vita....

 
 
 

Post N° 420

Post n°420 pubblicato il 20 Luglio 2007 da fiumecheva
 

E il giorno dopo i ladri hanno visitato la casa del mio Miki, portandogli via l'unica cosa di valore che aveva, le catenine d'oro delle bimbe, un ricordo importante per lui come importanti erano il mio orologino delle prima comunione e gli anelli di fidanzamento che erano rimasti a me.....
Ieri ero depressa io, oggi lui....
E ma' è sempre all'ospedale. Non riesco più a dormire bene.
Da tre giorni Ma' a ricominciato l'ossigenoterabia e, nell'ora e mezza che lei sta dentro al "sottomarino", io esco e vado nel giardino dietro a centro.
C'è un enorme salice piangente lì,
dopo il pioppo è un'altro di quegli alberi che mi affascinano.
E' veramente enorme, chissà quanti anni ha?
E quindi, dicevo,
vado dietro il centro e mi siedo sotto questo grandissimo salice.
Mi da un grandissimo senso di protezione stare li. Il rumore della città è lontano.
Ieri ho pianto.
Stanchezza e senso d'impotenza.
Oggi mi sono appisolata per almeno un quarto d'ora.
Non tirava un filo di vento e i pioppi erano immobili come i miei pensieri....
Poi si ritorna in ospedale.
La nonnina della stanza di fronte continua a resistere, era stata data per spacciata, ma ora i medici vogliono ribattezzarla "Lazzaro".
"Alzati e cammina" è il motto che usano ultimamente.
Increduli i medici,
ma non il marito,
un bel uomo di 80anni portati splendidamente,
una settimana fa mi disse:
"Dicono che ci vorrebbe un miracolo.Io ai miracoli credo. I Santi esistono, se non fanno i miracoli che ci stanno a fare."
Beato lui che crede ai miracoli e spero che la sua fede sia veramente premiata.
E io?
Spero, ma nello stesso tempo non credo più.
Spero e non credo.
Troppe volte ho sentito le stesse parole:
"Sta andando bene, ma vediamo domani.... Proviamo un'altra cosa e poi vediamo...."
Domani e domani.....
E la mia triste impressione è che mia madre se ne sta andando una fetta dopo l'altra.
E un po' sono arrabbiata e.
a volte,
questo mi fa più male,
mi sento arrabbiata con lei....
E sento che ho bisogno di urlare e urlare con quanto fiato ho, ma il grido rimane lì,
bloccato in gola...



Domani, e poi domani, e poi domani...
Di giorno in giorno, striscia,

col suo piccolo passo, ogni domani

per raggiungere la sillaba postrema

del tempo in cui ci serve la memoria.


E tutti i nostri ieri

han rischiarato, i pazzi, quel sentiero

che conduce alla morte polverosa.

Spègniti dunque, ormai, corta candela!


La vita è solo un’ombra che cammina:

un povero istrione,

che si dimena, e va pavoneggiandosi

sulla scena del mondo, un’ora sola:

e poi, non s’ode più.


Favola raccontata da un’idiota,

tutta piena di strepito e furore,

che non vuol dir niente.

da "macbeth"

 
 
 

Post N° 419

Post n°419 pubblicato il 18 Luglio 2007 da fiumecheva
 
Tag: Diario

Ero pronta a scrivere il mio solito diario ospedaliero. poi mi sono accorta che qualcosa non andava in casa.
Piccoli dettagli.
Sono stati più discreti questa volta, ma sono tornati un'altra volta i ladri in casa.
Vado a fare la denuncia, appena mi sarò ripresa forse racconterò.
MA NON é GIUSTO!!!!

Luglio 2005

 
 
 

Il grido

Post n°418 pubblicato il 14 Luglio 2007 da fiumecheva
 



Soffocato da una realtà

Dai colori troppo accesi

Lo cerco nelle parole di un poeta

Nella musica

Nei colori della sera

Apro la bocca

Ma nulla

Solo un mugolio inarticolato

E ricomincio la ricerca

Nel sibilo del vento

Nel lampo che precede il tuono

Nel fragore della pioggia.

 
 
 

Post N° 417

Post n°417 pubblicato il 13 Luglio 2007 da fiumecheva
 

Ore 7,30

E la notte è passata.
Avrò dormito si e no 2 ore.
Stanotte in un momento che mi ero appisolata, ma' si è alzata dal letto.

Vedendola in mezzo la stanza, in piedi, mi sono spaventata molto
e poi ho
faticato parecchio a riportarla a letto.
Credevo che la cosa potesse
danneggiare l'operazione appena fatta, ma le infermiere poi mi hanno
rassicurato, e lei può già camminare se se la sente.
Ripensare a lei in piedi mi fa ben sperare.
Il reparto a quest'ora è in piena attività.
Ho fatto colazione col cappuccino della macchinetta e le brioches che mi sono portata da casa.
Ora che tutti sono svegli ma' dorme.
E la nonnina della stanza di fronte resiste....

Ore 9

"....Tutta mia la città..."
Qui dalla finestra del 5° piano si vedono i tetti di buona parte della città.
Sono pochi i palazzi alti, su questo lato della città li conto sulle dita di una mano.
Nel parcheggio qui sotto le auto luccicano al sole. Ci sono molte
macchie di verde, un boschetto a ovest e uno più piccolo a est. E fra
le case alberi e alberi.
Non ci vorrei venire ad abitare, è una città e
poi mi piace dove sto. Ma di certo questa città è molto bella....

Ore 10,15
E' passato il medico.
Per il momento tutto bene.
Ora bisogna solo attendere e vedere nei prossimi giorni. Tutto dipende da quel lembo di pelle che deve attecchire.....

Ore 12,45

"....Ma il cielo è sempre più blù!...."
Ieri sera a cena ho imboccato il mio nipotino Terremotino che era stanco morto al ritorno dalla gita con l'asilo estivo.
E oggi a pranzo ho imboccato mia madre troppo assonnata per trovarsi la
bocca dopo la notte in bianco passata e il bombardamento di calmanti.
E nella mia testa frullano tante cose e indugia su quel sentimento tenero che mi ferma il cuore ogni volta che fa capolino.
Tutto è lontano come questi tetti della città e dolce come il leggero movimento delle cime degli alberi....


 
 
 

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