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Post N° 120

Post n°120 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da Mi.st.eri

Per sradicare la festa pagana di Halloween (chiamata "Samhain" dagli antichi Celti), papa Gregorio nell'835 decise di sostituirla con la celebrazione di Ognissanti, spostandola da maggio al 1 novembre.
Il 2 novembre invece ricorda l'antica tradizione celtica di commemorare i defunti, non per piangerli o averne paura, ma perchè i due mondi si riuniscano.

In questi due giorni è usanza recarsi nei  cimiteri e ornare le tombe con fiori e lumini.
Noi abbiamo cercato di scoprire le tradizioni italiane, chiedendo ai nonni e ai genitori quali fossero le antiche usanze legate alle due festività.
Dalle nostre interviste abbiamo capito che alcune tradizioni sono diffuse in tutta la penisola.
Altre sono tipiche di alcune regioni.
Ecco quelle di: Piemonte, Veneto, Emilia, Liguria, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria.
Molte culture vivono questa tradizione, anche se molto lontane geograficamente

PIEMONTE

In Piemonte era tradizione mangiare la zuppa di pane e cavoli col brodo di carne e le castagne bollite. Nel giorno di Ognissanti, in alcune zone, si andava in processione fino al cimitero con dei ceri accesi, al ritorno i ceri venivano riportati a casa accesi, essi simbolizzavano i defunti, che, per un giorno, ritornavano a casa, dove rimanevano fino al due novembre. Nella notte tra l’1 e il 2 novembre le famiglie si riunivano per recitare il Rosario e per i defunti lasciavano sul tavolo un piatto di castagne bollite, un bicchiere di vino o di latte e della zuppa.

ZUPPA DI CAVOLI

Ingredienti:

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1 grosso cavolo verza

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carne magra per il brodo

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2 hg di salsiccia

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pane raffermo (tipo miccone)

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parmigiano

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burro per la teglia

 

Preparare il brodo di carne in cui far lessare per pochissimo tempo le foglie di cavolo. A parte far cuocere la salsiccia togliendola dal suo budello; grattugiare il parmigiano e tagliare il miccone del giorno prima. Ungere di burro il fondo e le pareti di una teglia di media dimensione, quindi iniziare a preparare gli strati: si dispone uno strato di foglia di cavolo, su cui si distribuisce un po' di salsiccia,  un po' di parmigiano grattugiato e poi le fette di pane e così via fino ad esaurimento degli ingredienti. L'ultimo strato deve essere di pane.  Infine, versare sul pane diverse cucchiate di brodo e poi dei fiocchetti di burro. Infornare a 200°, fino a che il pane diventa di colore dorato.

VENETO

 

Anche in Veneto si preparava la zuppa di cavoli che veniva in parte lasciata in un piatto sul davanzale della finestra, il giorno dopo, cioè il 2 novembre,gli adulti raccontavano al bambini che erano venuti i morti a mangiarla, ma in verità era stata mangiata dai poveri del paese che lasciavano qualche monetina o dei sassolini.

EMILIA

In Emilia le donne preparavano "le fave dei morti", dolci a base di pasta frolla molto zuccherata e mandorle tritate fini e si assaggiava il vino nuovo.

 

 

PUGLIA

Un’usanza che si trovava solo a Foggia, in Puglia, era "la calza dei morti": la notte tra l’1 e il 2 novembre le mamme o la nonne riempivano le calze di dolciumi e le appendevano alle finestre delle camerette, i bambini, al loro risveglio, trovavano i doni, che credevano portati loro dai defunti e per ringraziarli si recavano al cimitero, portando fiori e recitando preghiere. In tutta la Regione, inoltre si mangiavano cibi particolari: fichi secchi, mandaranci, castagne e "grano cotto" (cereali lasciati a bagno per una settimana e fatti bollire per tre ore con miele, cioccolato, noci e chicchi di melograno).

 

SICILIA

Anche in Sicilia i bambini aspettavano i doni, portati dai defunti nella notte tra l’1 e il 2 novembre: mentre dormivano i genitori preparavano delle bambole di zucchero e la "frutta martorana", fatta con pasta di mandorle; questi dolcetti, insieme a un indumento, erano poi raccolti in un cestino, che veniva nascosto sotto il letto, al risveglio i bambini ringraziavano i defunti per i doni ricevuti. In tutta la Regione si cucinavano cibi speciali : salsiccia con la "senapa", "panelle",  "spinge",  "ossa dei morti"; in alcune zone si preparava anche il "cous-cous". 

CALABRIA

L’usanza di lasciare sul tavolo il cibo per i defunti era diffuso anche in Calabria, qui era tradizione offrire loro: castagne, zuppa di cavolo e vino; ma la zuppa calabrese era diversa da quella piemontese perché conteneva , al posto del pane raffermo, i cavoli e veniva mangiata con il coniglio al sugo.

Molte culture vivono questa tradizione, anche se molto lontane geograficamente.

LIGURIA

In Liguria si mangiavano le castagne bollite con un rametto di finocchio selvatico.

 

CASTAGNE AL FINOCCHIETTO

Ingredienti:

1\2 Kg di castagne

acqua

rametti di finocchio selvatico

sale

Mettere 1|2 chilo di castagne in una pendola con abbondante acqua fredda e portare ad ebollizione. Aggiungere un po' di sale grosso e alcuni rametti di finocchietto selvatico. Cuocere per circa 40 minuti.

 

CAMPANIA

In alcuni paesi della Campania era tradizione il 1°novembre pranzare con pasta e fagioli, come primo piatto e baccalà fritto; inoltre, per la festa dei Defunti, i panettieri preparavano delle pagnotte con forme particolari. Era anche usanza mettere sul balcone, la notte tra l’1 e il 2 novembre, delle ciotole piene d’acqua, affinché le anime dei morti potessero dissetarsi, e delle castagne bollite. A Sarno, il giorno dei Santi, le famiglie si recavano al cimitero con dei lunghi e grossi ceri e rimanevano vicino alle tombe fino a che tutta la cera era consumata.

 
 
 
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