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Mattina, finisce un sogno, sgretolandosi come un puzzle rotto fatto di vetro; apri gli occhi, tristezza, solitudine nella stanza silenziosa e penombra intorno;
ripensi a quando, bambino, avevi tutti intorno; adesso, c’è solo quiete, casa inerte; la luce filtra dalle stanghe delle persiane; un altro giorno,
e non hai voglia di andare, di sapere, di vedere; vuoi solo riflettere, ascoltare il silenzio, rimandare a dopo, non pensare; lontano dalle menate, da quello che è giusto, o ingiusto; rimanere seduto, con la radio all’orecchio, mentre tutto continua, e in fretta passa, ed è subito tardi, è bastato poco, tutto se ne va in fretta.