Creato da MisurAmore il 28/08/2010

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BULIMIA NERVOSA

Post n°4 pubblicato il 03 Settembre 2010 da MisurAmore
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CHE COS'E'

La bulimia nervosa, che letteralmente significa "fame da bue", è caratterizzata da un ciclo autopetuante di preoccupazione per il peso e le forme del corpo - dieta ferrea - abbuffate - vomito autoindotto.
Sembra che siano colpite con più frequenza da bulimia nervosa certe persone con peculiari caratteristiche di personalità: scarso concetto di sé, elevati livelli di perfezionismo, pensiero tutto o nulla e difficoltà a controllare gli impulsi. Come per l'anoressia nervosa, non è ancora chiaro se lo sviluppo di queste caratteristiche sia maggiormente legato a fattori psicologici o ereditari, o a entrambi.
Il disturbo inizia in genere dopo eventi stressanti minaccianti l'autostima (ad esempio: fallimenti scolastici, problemi sentimentali, difficoltà interpersonali, commenti negativi sull'aspetto fisico) e poiché le persone a rischio di sviluppare la bulimia nervosa sono particolarmente sensibili alla pressione culturale sulla magrezza è verosimile ipotizzare che cerchino di far fronte a queste difficoltà concentrandosi sul corpo e perseguendo la magrezza.
La diretta conseguenza dell'estrema preoccupazione per il peso e le forme del corpo è cercare di dimagrire seguendo una dieta. Le persone affette da bulimia nervosa, però, non adottano un regime dietetico ordinario, ma seguono una dieta "ferrea" perché essa, oltre a essere fortemente ipocalorica, è particolarmente rigida. Il fare la dieta in modo ferreo è probabilmente legato al perfezionismo ed al il pensiero "tutto o nulla".
La dieta ferrea è la maggior responsabile della comparsa delle abbuffate attraverso tre meccanismi:
1. Pensiero "tutto o nulla" e perfezionismo
- Seguire diete ferree in modo perfezionistico porta prima o poi inevitabilmente a compiere piccole trasgressioni; quando queste si verificano il soggetto pensa subito di aver perso il controllo e si abbuffa. Il comportamento bulimico è innescato da modalità di pensiero "tutto o nulla" del tipo: "Ormai ho trasgredito alla mia dieta, tanto vale che mi abbuffi fino a scoppiare, così poi potrò liberarmi di tutto il cibo con il vomito".
2. Alterazione della fame e della sazietà
- Numerosi studi hanno evidenziato che la dieta ferrea porta a un aumento della fame e dell'appetito nei confronti dei carboidrati in particolare, probabilmente a causa della modificazione di alcuni neurotrasmettitori cerebrali, tra cui la serotonina, e questo effetto è più pronunciato nelle donne che negli uomini.
3. Emozioni negative - Le abbuffate, soprattutto nei primi momenti, possono determinare del piacere, perché allentano la tensione del dover seguire in modo ferreo la dieta. Questa sensazione piacevole iniziale può essere utilizzata da chi soffre di bulimia nervosa per "bloccare" altre emozioni negative. Tale comportamento da però origine a un circolo vizioso per due motivi: a. se uno continua a bloccare le emozioni con il cibo non risolve mai i problemi di fondo e così le emozioni negative tendono a ripresentarsi e a favorire nuove abbuffate; b. le abbuffate, passato i primi momenti piacevoli, determinano la comparsa di emozioni negative (senso di colpa, disgusto, paura d'ingrassare), che a loro volta possono innescare nuove abbuffate.

Dopo l'abbuffata insorge rapidamente la paura di aumentare di peso, che può essere così forte da portare a mettere in atto dei comportamenti di compenso (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo). I mezzi di compenso, in particolare il vomito ed il digiuno, portano però l'individuo ad avere altre abbuffate o per il meccanismo della deprivazione della dieta o perché con il vomito l'individuo pensa di aver trovato un mezzo semplice per eliminare le calorie assunte in eccesso (circolo vizioso vomito - abbuffata - vomito - abbuffata). Per quanto riguarda, poi, l'efficacia nell'eliminare le calorie assunte in eccesso, alcuni studi hanno dimostrato che: con il vomito si riesce ad eliminare solo la metà delle calorie ingerite; con i lassativi e i diuretici l'eliminazione delle calorie è quasi nulla.
Chi si abbuffa ha spesso problemi d'ansia e si tiene lontano da situazioni sociali, soprattutto se riguardano il consumo di cibo (matrimoni, feste di compleanno, cene con amici o parenti); spesso è irritabile e va incontro a frequenti scoppi di rabbia; a volte adotta comportamenti autolesionistici per allentare la tensione (ad esempio tagliarsi o bruciacchiarsi) o abusa di sostanze. Con il passare del tempo la qualità di vita delle persone affetta da bulimia nervosa ne risente enormemente: si sentono spesso depresse, demoralizzate e senza speranza. Alcuni individui si vergognano per la propria scarsa forza di volontà, si sentono in colpa per il proprio comportamento e riservatezza e provano un profondo disgusto verso se stessi. Alcune persone con questo disturbo possono diventare così disperate da cercare di togliersi la vita. Nei casi gravi vengono intaccati tutti gli aspetti della vita: lavoro, relazioni con amici e familiari, cura dei figli. Come per la depressione, molti problemi interpersonali migliorano, e in molti casi spariscono, quando viene risolto il problema alimentare.

CHI COLPISCE
La bulimia nervosa è un disturbo comparso all'inizio degli anni Settanta ed è stata descritta per la prima volta nel 1979 dal prof. Russell in un articolo intitolato "Bulimia nervosa: un'inquietante variante dell'anoressia nervosa". Dal 1980 in poi sono stati compiuti più di sessanta studi, per valutarne l'incidenza e la prevalenza, che hanno fornito dei risultati abbastanza omogenei: il disturbo colpisce circa l'1% delle giovani donne. In Italia gli studi di prevalenza hanno fornito risultati simili a quelli ottenuti negli altri paesi occidentali: Italia del nord 0,5-1%; Italia centrale 1-0,7%, Italia del sud 1,7%.
Come per l'anoressia nervosa, l'età d'esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni, però nella bulimia nervosa il picco di maggior frequenza è a 17-18 anni. Gli uomini sono colpiti raramente e non abbiamo dati che affermino che il disturbo sia in aumento tra i maschi.
La bulimia nervosa è presente soprattutto tra i bianchi, mentre è rara tra gli afroamericani e nei paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda la classe sociale la bulimia nervosa sembra essere, come l'anoressia nervosa, distribuita in modo omogeneo.
Le persone colpite sono generalmente di peso normale, alcune lievemente sottopeso, altre leggermente sovrappeso, pochissime in grande sovrappeso.

 

COME CAPIRE SE SI E' AFFETTI DA BULIMIA NERVOSA

Capire se si è affetti da bulimia nervosa non è semplice come nel caso dell'anoressia nervosa. Molte persone pensano di essere bulimiche ma in realtà non lo sono; per pronunciare una diagnosi di bulimia nervosa devono essere presenti tutte e cinque le seguenti caratteristiche.
1. Abbuffate ricorrenti.
Un'abbuffata, traduzione del termine inglese "binge-eating", si definisce sulla base di due caratteristiche che devono essere entrambe presenti:
- il consumo di una grande quantità di cibo;
- la sensazione di perdita di controllo sull'atto di mangiare (ad es. sentire che non ci si può astenere dall'abbuffarsi, oppure non riuscire a fermarsi una volta iniziato a mangiare).

2. Comportamenti di compenso. La seconda caratteristica importante della bulimia nervosa è che le abbuffate devono essere seguite da condotte compensatorie, finalizzate a prevenire l'aumento di peso. Il mezzo più frequentemente usato è il vomito che, in alcuni casi, può essere autoindotto dopo l'assunzione di qualsiasi cibo, e non necessariamente dopo un'abbuffata. Dopo le abbuffate alcune bulimiche assumono grandi quantità di lassativi per provocarsi una diarrea acquosa. Più raramente alcune persone bulimiche usano altri mezzi come i diuretici, gli enteroclismi o i farmaci tiroidei; sono stati anche rilevati casi di alcune bulimiche diabetiche che non assumevano l'insulina dopo un'abbuffata. Alcuni individui affetti da bulimia nervosa non usano il vomito o prodotti eliminativi, ma digiunano o fanno esercizio fisico in modo eccessivo.
3. Frequenza delle abbuffate e dei comportamenti di compenso. Perché sia diagnosticata la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno 2 volte la settimana per 3 mesi.
4. Preoccupazione estrema per il peso e le forme del corpo. Come le persone affette da anoressia nervosa, le persone bulimiche si preoccupano molto del proprio peso e forme del corpo e la loro autostima varia soprattutto in base a questi due fattori. Si sentono sempre in dovere di seguire una dieta e sono terrorizzate dall'idea di aumentare di peso; se questo accade si deprimono e fanno di tutto per dimagrire: spesso è proprio questo il motivo che le spinge a cercare una cura.
5. Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.
Questo significa che ci sono due disturbi del comportamento alimentare, e non uno solo; così a una persona che si abbuffa e vomita ma ha un peso basso (inferiore all'85% del peso standard per età e altezza) verrà diagnosticata soltanto l'anoressia nervosa con abbuffate/condotte di eliminazione, mentre se il peso è al di sopra dell'85% di quello standard si avrà una diagnosi di bulimia nervosa.

La bulimia nervosa viene suddivisa in due sottotipi:
a. con condotte di eliminazione;
b. senza condotte di eliminazione.

Nel primo caso la persona pratica regolarmente il vomito autoindotto o usa lassativi o diuretici o enteroclismi; nel secondo i comportamenti di compenso sono il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo.

Le persone che seguono condotte di eliminazione hanno, rispetto a quelle che non lo fanno:
- un peso corporeo più basso;
- un'alterazione più marcata dell'immagine corporea;
- una maggior ansia nei confronti dell'alimentazione;
- una più elevata frequenza di comportamenti autolesionisti e progetti di suicidio;
- un'età più precoce d'insorgenza del disturbo;
- un'elevato tasso di comorbidità per depressione, disturbi d'ansia e di abuso d'alcol;
- un'elevata incidenza di abusi fisici e sessuali subiti;
- maggiori problemi di disidratazione e di squilibrio elettrolitico (in particolare l'ipopotassiemia).

QUAL E' LA TERAPIA PIU' EFFICACE?


La terapia più efficace della bulimia nervosa, sembra essere la terapia cognitivo comportamentale (CBT). Essa è stata messa a punto in modo definitivo all'inizio degli anni Ottanta da Fairburn. L'efficacia dell'intervento, che si è rivelato pari o superiore a tutte le terapie fino ad ora sperimentate, è stata valutata in più di 30 studi controllati eseguiti nei maggiori centri di ricerca dei paesi occidentali. Il trattamento, che prevede 19 sedute individuali della durata di 50 minuti per un periodo di tempo di 4-5 mesi, è diviso in 3 fasi finalizzate ad erodere i principali fattori comportamentali e cognitivi di mantenimento del disturbo (dieta ferrea, abbuffate, vomito autoindotto e preoccupazione estrema per il peso e l'aspetto fisico). Gli studi più recenti ed accurati da un punto di vista metodologico hanno evidenziato che la CBT determina una riduzione media del numero di abbuffate alla fine del trattamento variabile dal 73% al 93% dei casi, e una riduzione dei mezzi di compenso dal 77% al 94%; la remissione completa della sintomatologia bulimica si verifica dal 51% al 71% dei casi e quella dei mezzi di compenso dal 36% al 56%. La diminuzione nella frequenza delle abbuffate è accompagnata da una significativa riduzione dei livelli di restrizione alimentare, con un aumento della quantità di cibo assunto tra gli episodi bulimici ed una diminuzione significativa della preoccupazione per il peso e le forme del corpo. La terapia, infine, procura un notevole miglioramento della depressione, un aumento dell'autostima e della funzionalità sociale e una diminuzione dei disturbi di personalità spesso associati alla bulimia nervosa. Gli studi eseguiti hanno dimostrato un buon mantenimento dei risultati sia a sei mesi che a uno e a sei anni di follow-up (Fairburn et al, 1993b).
Se la terapia cognitivo comportamentale fallisce possono essere indicati altri forme di trattamento. Purtroppo oggi non abbiamo dati scientifici che ci permettano di suggerire il trattamento di scelta alle pazienti che non rispondono alla terapia cognitivo comportamentale. L'esperienza clinica, comunque, suggerisce che si possono provare le seguenti opzioni: terapia cognitivo comportamentale focalizzata sui fattori interpersonali e sul deficit del concetto di sé; terapia farmacologica con antidepressivi (soprattutto gli inibitori del re-uptake della serotonina); terapia interpersonale.
Se la terapia ambulatoriale fallisce è necessario prendere in considerazione un trattamento in regime di day-hospital o di ricovero in una struttura specializzate nella cura dei disturbi del comportamento alimentare.

SEGNI D'ALLARME SPECIFICI DI BULIMIA NERVOSA
- Evidenze della presenza di abbuffate: scomparsa rapida di cibo dal frigo, comperare grandi quantità di cibo, rubare del cibo, presenza di cibo sotto il letto o nell'armadio
- Evidenze della presenza di vomito autoindotto: andare in bagno subito dopo aver mangiato, tracce o odore di vomito nel water, calli o erosioni sul dorso delle mani
- Alternanza di dieta ferrea e episodi di alimentazione eccessiva con possibili modificazioni importanti di peso
- Alimentazione eccessiva nei momenti di stress
- Mangiare grandi quantità di cibo, tra cui molti dolci, senza aumentare di peso
- Mangiare di nascosto
- Gonfiore delle ghiandole salivari e corrosione dei denti
- La persona parla in modo entusiastico di come si possa mangiare senza aumentare di peso
- Usare pillole o erbe per andare di corpo
- La persona enfatizza su quanto la magrezza possa rendere felici
- Modificazioni rapide d'umore
- Presenza di altri atti impulsivi (cleptomania, abuso di alcol o di droghe, promisquità sessuale,
- Autolesionismo
- Crampi muscolari e il battito cardiaco alterato, inusuali nei teen-ager

AIDA: Associazione italiana disturbi dell'alimentazione e del peso

 
 
 
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