Creato da MisurAmore il 28/08/2010

MisurAmore

DisturbiComportamentoAlimentare

 

 

« BULIMIA NERVOSAOltre le gambe... c'è di più! »

IL PERFEZIONISMO NEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

Post n°5 pubblicato il 07 Settembre 2010 da MisurAmore
Foto di MisurAmore

Definizione di perfezionismo
Con il termine “perfezionismo” si fa in genere riferimento all’abitudine a domandare a sé stessi o agli altri una performance di qualità maggiore, rispetto a quella richiesta dalla situazione. Ciò è accompagnato dalla tendenza ad una valutazione critica del proprio comportamento (Bastiano et al., 1994; Frost et al., 1990). Le caratteristiche perfezionistiche secondo Hewitt e Flett (1991) sono elencate nella tabella 1.

Tabella 1. Caratteristiche perfezionistiche
1) Atandards irrealistici e sforzi per raggiungere questi standards
2) Attenzione selettiva agli errori
3) Interpretazione degli errori come indicatori di fallimento e credenza che, a causa di essi, verrà persa la stima degli altri
4) Autovalutazioni severe e tendenza ad incorrere in un pensiero tutto o nulla, dove i risultati possono essere solo un totale successo o un totale fallimento
5) Dubbio sulla capacità di portare a conclusione un compito in modo corretto
6) Tendenza a credere che gli altri significativi abbiano aspettative elevate
7) Timore delle critiche.
Hewitt, P. L. e Flett, G. L. (1991). Perfectionism in the self and social context: conceptualization, assessment, and association with psychopathology, Journal of Personality and Social Psychology, 60, 456-470.

Strumenti di valutazione del perfezionismo
Le ultime ricerche condotte sul costrutto del perfezionismo, data la sua complessità, propendono verso una visione multidimensionale. Gli studiosi che più di recente si sono occupati del perfezionismo sono Frost da una parte e Hewitt e Flett dall’altra. Questi ricercatori hanno costruito due strumenti per indagarlo: 1) la Multidimensional Perfectionism Scale (MPS; Frost et al.; 1990) e l’omonima Multidimensional Perfectionism Scale (MPS; Hewitt et al., 1991).
L’inventario di Frost e collaboratori è costituito dalle sei scale seguenti:
1) Excessive Concern Over Mistakes; misura le reazioni negative agli errori, lo sbaglio è considerato un insuccesso, in seguito al fallimento gli altri perderanno la stima nei confronti del soggetto.
2) Personal Standard; misura la presenza di standard elevati e la loro influenza sull’autovalutazione.
3) Parental Expectations; misura la tendenza a credere che gli altri significativi abbiano elevate aspettative nei confronti del soggetto.
4) Parental Criticism; misura la percezione che gli altri siano o siano stati eccessivamente critici nei confronti della persona.
5) Doubts About Action; misura la presenza del dubbio sulla propria capacità di portare a termine il compito in modo perfetto.
6) Organization; misura l’importanza attribuita all’ordine ed all’organizzazione.
L’inventario di Hewitt e Flett (1991) è costituito dalle tre scale seguenti:
1) Self Oriented Perfectionism; esprime la tendenza a porsi obiettivi troppo elevati, a generalizzare i fallimenti e ad incorrere facilmente in pensieri “tutto o nulla”.
2) Other Oriented Perfectionism; misura la tendenza ad avere aspettative troppo elevate riguardo agli altri e alle persone significative, ad essere eccessivamente critici nel valutare gli altri.
3) Socially Prescribed Perfectionism; valuta la tendenza a credere che gli altri abbiano alte aspettative sulle prestazioni del soggetto; questo porta timore per la valutazione negativa degli altri e a credere che sia necessario raggiungere quegli standards per guadagnare l’altrui approvazione e accettazione.
Oltre alle dimensioni di tratto del perfezionismo, Hewitt e collaboratori (1995) hanno descritto aspetti sociali del perfezionismo che implicano gli stili di auto-presentazione; secondo gli autori l’auto-presentazione perfezionistica comprende tre maggiori componenti:
1) Bisogno di apparire perfetti.
2) Bisogno di evitare di apparire imperfetti.
3) Bisogno di evitare di mostrare le proprie imperfezioni.
Secondo Hewitt e collaboratori (1995), indipendentemente dalle dimensioni di tratto del perfezionismo, il forte bisogno di presentarsi perfetti, può influenzare il comportamento nei disturbi dell’alimentazione, non permettendo alla persona di mostrare i propri difetti o di ammettere delle difficoltà.
Un confronto tra i due strumenti è stato fatto da Frost ed i suoi colleghi nel 1993; l’analisi fattoriale degli item dei due strumenti ha rilevato due principali fattori: 1) preoccupazioni valutative disadattive; 2) sforzo per raggiungere risultati positivi. Le dimensioni più correlate alla patologia sembrano essere l’Excessive Concern Over Mistake e il Socially Prescribed Perfectionism; quest’ultima, in modo particolare è elevata in persone che soffrono di depressione ed in pazienti con disturbo borderline di personalità.

Perfezionismo “sano” e “malato”
Alcune caratteristiche del perfezionismo possono essere viste come socialmente desiderabili e appaiono essere adattive per un funzionamento psicologico sano; sforzi elevati sono spesso associati a soddisfazione personale e ad un aumentato senso di autostima. D’altra parte con perfezionismo ci si può anche riferire alla tendenza a stabilire standard elevati impossibili da raggiungere e un forte bisogno di evitare fallimenti. Burns (1993), a questo proposito, ha ritenuto importante differenziare il perfezionismo “malato” dalla “salutare ricerca di eccellere”.
Nella tabella 2 sono elencate le caratteristiche del perfezionismo “malato” e della “salutare ricerca di eccellere”
Il perfezionismo “malato” secondo Burns porta a sviluppare stress al lavoro e a scuola, a oscillazioni dell’umore, come depressione ed ansia, a solitudine e difficoltà a formare relazioni strette, ad eccessiva frustrazione, rabbia e conflitti nelle relazioni personali, a problemi nell’apprendere da critiche, fallimenti ed errori, alla procrastinazione e alla difficoltà nello sperimentarsi in compiti difficili
Terry-Short e collaboratori (1995), seguendo la teoria di Skinner (1968), differenziano il perfezionismo “sano" da quello “malato” sulla base della storia dei rinforzi che hanno portato al suo costituirsi: il perfezionismo positivo sarebbe il frutto di una storia di rinforzi positivi, mentre il perfezionismo negativo di rinforzi negativi cioè di agenti rinforzanti che consistono nel rimuovere qualcosa da una situazione. Uno stesso comportamento può essere associato a stati emotivi differenti a secondo che sia funzione di un rinforzo positivo o negativo; in seguito ad una storia di rinforzi positivi, il comportamento è percepito come frutto di una libera scelta mentre se lo stesso comportamento è messo in atto per evitare conseguenze negative, è percepito come obbligatorio.

Tabella 2. Perfezionismo “malato” e “salutare ricerca di eccellere”
Caratteristiche principali del perfezionismo malato
Σ Paura di fallire
Σ Insoddisfazione costante per i propri risultati
Σ Convinzione che si deve far colpo sugli altri tramite la propria intelligenza e i risultati e che questo è l'unico modo per guadagnare la loro approvazione
Σ Quando si sbaglia o si fallisce un obiettivo, si diventa autocritici e ci si sente un fallimento come essere umano
Σ Si pensa di dover sempre avere il controllo sulle emozioni.
Caratteristiche principali della"salutare ricerca di eccellere"
Σ Creatività ed entusiasmo
Σ Gli sforzi apportano sentimenti di gioia e di soddisfazione
Σ Non c'è la credenza che bisogna guadagnare l'amore e l'amicizia facendo colpo sulle persone ma si crede che le persone ci accettino come siamo
Σ L'errore è visto come una possibilità di apprendimento
Σ Non si teme che gli altri ci vedano vulnerabili.

Alcuni consigli terapeutici per affrontare il perfezionismo nei disturbi dell’alimentazione
Purtroppo, non sono stati effettuati studi sistematici per valutare l’efficacia di specifici interventi psicoterapeutici o farmacologici sulla modificazione dei livelli di perfezionismo nei disturbi dell’alimentazione. In questo paragrafo riporto alcuni consigli, derivati dall’esperenza di alcuni clinici famosi di scuola cognitiva comportamentale che hanno affrontato il tema del perfezionimo in generale e nei disturbi dell’alimentazione.
In primo luogo è utile favorire l’acquisizione da parte del paziente di una maggiore consapevolezza dei propri tratti perfezionistici, portando all’attenzione il problema del perfezionismo e individuando gli ambiti della vita quotidiana in cui ha standard eccessivamente elevati (risultati scolastici, apparenza fisica, lavori domestici). In secondo luogo può essere utile esplorare come il perfezionismo influenzi l’opinione di sé stessi, le relazioni e le situazioni al lavoro ed a scuola. Infine, è importante provare ad focalizzare i fattori, individuali e sociali, presenti o passati, che possono aver influito sullo sviluppo e sul mantenimento di tendenze perfezionistiche, riflettendo dunque sia sul ruolo di una società che da’ molta importanza al controllo sia su come i genitori reagiscono a successi e fallimenti del figlio e sia sulla possibile componente genetica di questo tratto.
Burns (1980) suggerisce di fare un’analisi dei costi e dei benefici, cioè di individuare alcune credenze disfunzionali alla base delle tendenze perfezionistiche (es. “Io devo cercare di essere sempre perfetta”; “Le persone penseranno peggio di me se compirò un errore”) e di esse elencare in due diverse colonne i vantaggi e gli svantaggi nel mantenerle. L’autore propone inoltre un esercizio su una situazione specifica in cui, prima di tutto, si deve descrivere una situazione nella quale il perfezionismo ha costituito un problema (a causa delle connesse auto-critiche) e di questa situazione si devono individuare i pensieri automatici, il grado di convinzione in essi, le emozioni, l’intensità di esse e il tipo di distorsioni cognitive utilizzate. I pensieri automatici negativi vanno poi sostituiti con pensieri automatici positivi e va stimata la convinzione in essi e l'intensità delle emozioni associate.
Vanderlinden (2001), infine, propone alcuni esercizi comportamentali. Uno di essi potrebbe essere quello di individuare le attività che ci si sente obbligati a svolgere in modo quasi compulsivo e pianificare dei cambiamenti in cui, gradualmente, si diminuisce la quantità di tempo dedicato ad esse. Un altro esercizio è quello della “sfida al perfezionismo” che consiste nel mettere in atto comportamenti che vanno nella direzione opposta a quella abituale (es.: gettare deliberatamente i vestiti nei cassetti in modo disordinato, non rifare volutamente il letto, studiare volutamente di meno).

Conclusioni
Alti livelli di perfezionismo sono stati dimostrati nei disturbi dell’alimentazione sia da ricerche caso-controllo sia da studi prospettici che hanno evidenziato la persistenza di questo tratto in seguito alla normalizzazzione del peso corporeo. Il perfezionismo nei disturbi dell’alimentazione sembra avere un’origine multifattoriale (genetica, legata alle relazioni con i genitori e sociale) e sembra essere un importante fattore di rischio e di mantenimento dei disturbi dell’alimentazione. I meccansimi attraverso cui il perfezionimo aumenta il rischio di sviluppare i disturbi dell’alimentazione non sono noti, ma sembrano essere importanti i legami che esso assume con l’autostima, l’immagine corporea, la restrizione alimentare e la sintomatologia ossessiva. Infine, non abbiamo ancora studi che abbiano valutato se specifiche tecniche psicoterapeutiche o farmacologiche siano in grado di ridurre in modo persistente i livelli di perfezionismo nei soggetti con disturbi dell’alimentazione.


BIBLIOGRAFIA


Bardone, A. M. (1999). Perfectionism, self-efficacy, ego stressors, and dieting: A model of bulimic symptoms. Manuscript in preparation.
Bardone, A. M., Vhos, K. D., Abramson, L. Y, Heatherton, T. F. e Joiner, T. E. (2000). The confluence of perfectionism, body dissatisfaction, and low self-esteem predicts bulimic symptoms: Clinical implications. Bheavior Therapy, vol 31 (2) : 265-280.
Bastiani, A. M., Rao, R., Weltzin, T., & Kaye, W. H. (1995). Perfectionism in anorexia nervosa. International Journal of Eating Disorders, 17, 147-152.
Bastiani A., Altemus M., Pigott T., Rubenstein C, Weltzin, T., Kaye, W. (1996). Comparison of obsessions e compulsions in patients with Anoressia Nervosa and Obsessive Compulsive Disorder. International Journal of Eating Disorders, 14, 439-443.
Blatt (1995). The destructiveness of perfectionism. American Psychologist, 50, 1003-1020.
Brownell, K. D. (1991). Dieting and the search for the perfect body: where physiology and culture collide. Bheavior Therapy, 22, 1-12.
Burns (1993). The ten steps to self-esteem.
Burns (1980). The perfectionist’s script for self-defeat. Psychology Today, 34-57
Davis, C., Kaptein, S., Kaplan, A., Olmsted, M. e Woodside, B. (1998). Obsessionality in anorexia nervosa: the moderating influence of exercise. Psychosomatic Medicine Mar-Apr. Vol 60 (2), 192-197.
Fairburn, C. G. e Cooper, P. (1993). The Eating Disorder Examination. In C. G. Fairburn e G. T. Wilson (Eds.), Binge eating: Nature, assessment, and treatment (pp. 361-404). New York: Guilford Press.
Frost, R. O., Marten, P., Lahart, C. e Rosenblate, R. (1990). The dimension of perfectionism. Cognitive Therapy and Research, 14, 449-468.
Frost, R. O., Lahart, C. M. e Rosemblate, R. (1991). The development of perfectionism: A study of daughters and their mothers. Cognitive therapy and research, 15, 469-489.
Frost, R. O., Heimberg, R. G., Holt, C. S., Mattia, J. I. E Neubauer, A. L. (1993). A comparison of two measures of perfectionism. Personality and Individual Differences, 14, 119-126.
Garfinkel, P. e Garner D. (1982): Anorexia Nervosa: A multidimensional perspective. Brunner Mazel: New York.
Garner, D. Garner, M,, Rosen, L. (1993). Anorexia nervosa “restricters” who purge: implications for subtyping anorexia nervosa. Iternational Journal of Eating Disorders, 13, 171-185.
Halmi, K., Sunday, S., Strober, M., Kaplan, A., Woodside, B., Fichter, M., Treasure, J. Berrettini, W. E Kaye, W. (2000). American Journal of Psichiatry, 157, 1799-1805.
Hamacheck, D. E. (1978). Psychodynamics of normal and neurotic perfectionism, Psychology, 15, 27-33.
Hewitt, P. L. e Flett, G. L. (1991). Perfectionism in the self and social context: conceptualization, assessment, and association with psychopathology, Journal of Personality and Social Psychology, 60, 456-470.
Hewitt, P. L., Flett, G. L., Turnbull-Donovan, W. e Mikail, S. F. (1991). The Multidimensional Perfectionism Scale: Reliability, validity, and psychometric properties in psychiatric samples. Psychological Assessment: A Journal of Consulting and Clinical Psychology, 3, 464-468.
Hewitt. P. L., Flett, G. L. , Fairlie, P. (1994). Self-presentational style and maladjustment: Presenting the perfect self. Unpublished manuscript.
Hewitt, P., Flett, G. e Ediger, E. (1995) Perfectionistic self-presentation in eating disorders attitudes, characteristics, and symptoms. International Journal of Eating Disorders, vol 18 (4): 317-326.
Kaye, W. H., Gwirtsman, H. E., George, D. T. e Ebert, M. H. (1991). Altered serotonin activity in anorexia nervosa after long term weight restoration: Does elevated CSF 5-HIAA correlate with rigid and obsessive behavior? Archives of Clinical Psychiatry, 48, 556-562.
Rothenberg (1990). Adolescence and eating disorder: the obsessive compulsive syndrome. Psychiatric Clinics of North America, 13: 469-487.
Skinner, B. F. (1968). Contingencies of reinforcement: a theoretical analysis. New York: Appleton Century Crofts.
Strober, M. (1991). Disorders of self in anorexia nervosa: An organismic-developmental paradigm. In C. Johnson (Ed.), Psychodynamic treatment of anorexia nervosa (pp. 354-373). New York: Guilford.
Terry-Short, L. A., Owens, R. G., Slade, P. D., Dewey, M. E.. (1995). Positive and negative perfectionism. Personality and Individual Differences, 18, 663-668.
Vanderlinden, J. (2001). Come sopravvivere all’anoressia e alla bulimia: strategie per famiglie, amici e terapeuti. Casa ed. Positive Press

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ludovica.losaandrexsctfede.belcastromarmat60mgfmwudixelenadalpinojoara1989patrizia8m.carlone91angiola88mozzypvyara.marazovaadriana.anselmisimone662012
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963